Imob,
bigliettazione elettronica, possibilità di pagare on
line, acquisto di biglietti per eventi ecc. sono le
innovazioni introdotte da Vela, la sezione di ACTV
destinata solo ai "titoli di Viaggio", come però
si ostinano a chiamarli con linguaggio
burocratico-ottocentesco. I passeggeri sono controllati
con molta frequenza, vengono comminate multe salate ai
trasgressori, pero chi controlla i controllori?... Non
ricordo in passato una così grande numero di bigliettai
denunciati per aver sottratto impunemente decine di
migliaia di euro alle casse o derubato i passeggeri con
resti inferiori al dovuto. Comunque doveva essere un
andazzo che continuava da molto tempo se sono stati
avvisati anche quelli di Striscia la Notizia, la
trasmissioni di canale 5, che denuncia quotidianamente
sprechi e ruberie, e alla quale purtroppo il lavoro non
manca.
Soldi portati via dalla cassa dell'ufficio:
licenziato un dipendente dell'Actv
Abita a Chioggia e si sarebbe impossessato di 9mila euro
La giustificazione: errore dovuto a una contabilità
confusa
VENEZIA - Actv gli ha contestato di essere appropriato
di parte deldenaro
conservato nel fondo cassa dell’ufficio,
per un ammontare complessivo di circa 9mila euro. Un
dipendente del servizio oggetti smarriti di Veneziaè
stato licenziatoe
ora il suo caso è finito davanti alla sezione lavoro del
Tribunale di Venezia. I suoi legali, gli avvocati
Leonello Azzarini e Diana De Benedetti, hanno già
impugnato il provvedimento di licenziamento rienendolo
ingiusto e immotivato e hanno chiesto il reintegro del
dipendente in azienda. La prima udienza si è già tenuta
davanti al giudice Paola Ferretti, che ha rinviato il
caso a settembre, in attesa che i legali dell’Actv e
quelli del ricorrente trovino una possibile soluzione.
Il dipendente, residente a Chioggia, si è giustificatosostenendo
che non era sua intenzione sottrarre il denaro del fondo
cassa dell’ufficio oggetti smarriti: non appena
scoperto, tra l’altro, ammise immediatamente e precisò
che l’ammontare del denaro mancante era superiore a
quello che gli era stato contestato. Ai suoi superiori
spiegò che vi era una certa confusione nella contabilità
e che sarebbe stata questa la causa dell’errore, non
voluto, a suo dire, dalla volontà di appropriarsi del
denaro dell’Actv. I suoi legali hanno fatto presente al
giudice anche le difficoltà connesse ad una particolare
situazione personale e familiare: «Auspichiamo che si
possa trovare un accordo con l’azienda per la
ricollocazione del nostro assistito», ha dichiarato
l’avvocato Azzarini.
Il caso approdato davanti al Tribunale del lavoroè
uno dei recenti di una lunga serie venuti alla luce
negli ultimi anni, nei quali sono rimasti coinvolti
principalmente bigliettai accusati di fare la "cresta"
sui resti, oppure di non aver versato gli incassi della
biglietteria. Grazie ai sistemi informatici per Actv è
molto più facile accorgersi di eventuali ammanchi
rispetto al passato.
Il Gazzettino
Sabato 28 Luglio 2012
Il Gazzettino 26
10 2011
Bigliettaio Actv licenziato dopo il servizio
diStriscia:
per il tribunale va reintegrato
"Creste" sui resti ai turisti, la sentenza:
provvedimento
illegittimo e azienda condannata a risarcire i
danni
diGianluca
Amadori
VENEZIA - È illegittimo il licenziamento del
bigliettaio Actv che nell’ottobre del 2009
finì nell’occhio del ciclone a seguito di un
servizio del tg satiricoStriscia
la Notizia.
Lo ha stabilito il giudice Margherita
Bortolaso della sezione lavoro del Tribunale
di Venezia, la quale ha ordinato all’Azienda
veneziana dei trasporti di reintegrarlo
nel posto di lavoro. Actv è stata anche
condannata a pagare un risarcimento danni
pari al numero di mensilità di retribuzione
dalla data del licenziamento all’effettiva
reintegra, oltre alla rifusione delle spese
di lite, quantificate in 4500 euro.
Le motivazioni della sentenza, considerata
la complessità della questione, saranno
depositate tra sessanta giorni.
Valter Veronese, dipendente Actv fin
dal 1980 (poi distaccato a Vela) fulicenziato
all’inizio del 2010 a seguito di due
episodi che ebbero grande risalto mediatico,
grazie aStriscia
la Notizia. Il primo riguarda la
questione dei cosiddetti "resti" che
sarebbero statitrattenuti(anche
da altri bigliettai) approfittando di alcuni
turisti sprovveduti per fare la "cresta"; il
secondo un litigio che si verificò alla
biglietteria di San Marco-calle Vallaresso
con un attore di "Striscia" fintosi turista,
presentatosi allo sportello con 650 monetine
da 1 cent per pagare il biglietto: a
Vianello fu contestato di averlo apostrofato
pesantemente e spintonato facendolo cadere a
terra.
I legali del bigliettaio, gli avvocati Diana
De Benedetti e Leonello Azzarini, hanno
presentato ricorso al Tribunale contestando
lasproporzionetra
le contestazioni rivolte al suo cliente e il
provvedimento di licenziamento.
Davanti al giudice hanno sostenuto che il
loro cliente è stato trasformato in "capro
espiatorio", considerato che tutti gli altri
bigliettai coinvolti nel servizio televisivo
sarebbero tutti rientrati in servizio.
Actv si è costituita a giudizio chiedendo il
rigetto della richiesta e ha rilanciato
sollecitando la condanna del bigliettaio al
risarcimento del danno d’immagine patito
dall’azienda. Il legale dell’azienda, video
di "Striscia" alla mano, ha sostenuto che il
comportamento del bigliettaio fu grave e il
provvedimento di licenziamento del tutto
giustificato. Il Tribunale, però, non è
stato dello stesso avviso. Per conoscere le
motivazioni della decisione bisognerà
attendere due mesi.
Mercoledì 26 Ottobre2011
- 13:57
BIGLIETTERIE ACTV Ancora aperte molte inchieste
della Procura
FURBETTI Un anno e otto mesi per il chioggiotto
arrestato un anno fa con l’accusa di peculato
Cresta Actv, bigliettaio patteggia
Il
dipendente vendeva tagliandi per l’aeroporto
anzichè di corsa semplice e intascava la
differenza
Il
Gazzettino, Giovedì 7 Luglio 2011,
Un anno fa era stato arrestato sul fatto, a Piazzale Roma,
mentre faceva la "cresta" sui biglietti del bus per
l’aeroporto. Ieri ha chiuso i suoi conti con la
giustizia con un patteggiamento: un anno e 8 mesi,
con la sospensione della pena, per peculato. É
finito così l’ennesimo processo all’ennesimo
dipendente infedele dell’Actv. Il protagonista,
stavolta, di chiama Giuliano Cavallarin, di
Chioggia, una lunga carriera nell’azienda del
trasporto pubblico alle spalle. Fino al 2 luglio
dell’anno scorso, quando i carabinieri lo
"pizzicarono" a vendere biglietti da un euro e 10,
al costo di 2 euro e 50. Il giochetto si basava
tutto sulla diversa tariffa prevista da Actv per la
tratta Venezia - Tessera (1.10) e Venezia -
aeroporto (2.50). Il bigliettaio approfittava, in
particolare, della clientela straniera, smerciando
biglietti per Tessere al costo di biglietti per
l’aeroporto, e si metteva in tasca la differenza di
un euro e 40 al colpo. I primi a sospettarlo erano
stati gli stessi ispettori dell’Actv, anche a fronte
di incassi incongruenti rispetto al numero di
viaggiatori. Per questo, l’azienda si era rivolta ai
carabinieri del Nucleo di polizia tributaria, già
esperti in "furbetti" di Actv. Ed erano stati loro a
tenere d’occhio Cavallarin e a far scattare le
manette. Peculato l’accusa contestata, fin da
subito, dal pubblico ministero Giorgio Gava. In
seguito Cavallarin era stato scarcerato, ma anche
licenziato in tronco da Actv.
Per la cronaca, l’interessato ha negato di
aver fatto la "cresta" sui biglietti, sostenendo che
la colpa era dei clienti poco chiari che dicevano
Tessera e non aeroporto. Una versione che non ha mai
convinto il pubblico ministero Gava che, al termine
delle indagini, ha chiesto il rinvio a giudizio
dell’ex dipendente. E ieri, al momento dell’udienza
preliminare, Cavallarin ha preferito patteggiare la
pena. Il suo difensore, l’avvocato Chiara Fenzo, e
il pubblico ministero Gava si sono accordati su una
pena di un anno e 8 mesi, poi applicata dal giudice
per l’udienza preliminare, Luca Marini. In udienza
si è costituita parte civile anche l’Actv, con
l’avvocato Marco Vianello. E il giudice ha disposto
che Cavallarin paghi pure le spese legali
dell’azienda. La pena è stata sospesa, ma per l’ex
dipendente non finirà qui. Actv, infatti, ha
intenzione di avviare una causa civile per il
risarcimento del danno che ha calcolato in 65.000
euro. Il sistema delle "creste" infatti sarebbe
andato avanti da tempo, portando via una bella fetta
di incassi all’Actv. A colpi di un euro e 40 alla
volta...
LE
ALTRE INCHIESTE
Oltre venti lavoratori
indagati in circa tre anni
Il
Gazzettino, Giovedì 7 Luglio 2011,
Sono più di venti i lavoratori di Actv e Vela coinvolti nelle
inchieste di presunte appropriazioni indebite sulla
vendita di biglietti. La prima indagine risale al
2008 quando i carabinieri "incastrarono" sette
dipendenti in servizio nelle biglietterie più
gettonate di Venezia, che facevano la cresta sul
resto soprattutto ai turisti. Un anno più tardi, nel
2009, fu "Striscia la notizia" ad immortalare a San
Marco quattro bigliettai mentre intascavano dai
turisti più del dovuto proprio "barando" sui resti.
Poi ci fu la storia di un marinaio di Chioggia che
fabbricava i biglietti in casa con lo scanner, poi
arrivò lo scandalo dei bigliettai in servizio al
ferry-boat del Tronchetto e del Lido, accusati di
gestire a loro modo gli imbarchi. Durante l’estate
scorsa la denuncia di due cassiere di Vela che
avrebbero intascato somme indebite prima di essere
segnalate dall’azienda in Procura.
BIGLIETTERIE VELA La donna è accusata di aver
sottratto 60mila euro falsificando le firme
Perizia calligrafica per l’ex cassiera
Secondo il consulente della difesa quelle sigle
sarebbero autentiche, con una sola eccezione
Il Gazzettino, Venerdì 20 Maggio 2011,
È accusata di essersi appropriata di 60 mila
euro dalle casse di Vela, la società che
gestisce le biglietterie di Actv, approfittando
della sua funzione di addetta ad una rivendita
di biglietti. Anna C., 23 anni, è finita sotto
processo per peculato: a chiedere il suo rinvio
a giudizio è stata il sostituto procuratore
Paola Tonini e, ieri mattina, davanti al gup
Roberta Marchiori si è aperta l’udienza che la
vede imputata. Secondo la pubblica accusa, la
ragazza avrebbe falsificato le sigle dei
cassieri dell’istituto bancario presso il quale
avrebbe dovuto depositare gli incassi della
biglietteria, intascandosi ingenti somme,
quantificate complessivamente in circa 60 mila
euro.
Il difensore della giovane, l’avvocato
Matteo Garbisi, ha però depositato una
consulenza tecnica eseguita da una esperta
calligrafa, secondo la quale le sigle apposte
sulle ricevute dei versamenti effettuati dalla
bigliettaia sono autentiche, salvo in un solo
caso, nel quale risulta essere grossolanamente
falsificata. Il risultato di tale consulenza
contraddice le dichiarazioni degli stessi
cassieri, i quali hanno misconosciuto le sigle
rinvenute su quelle ricevute. Ieri mattina il pm
Tonini ha chiesto un differimento dell’udienza
per studiare i risultato della consulenza
tecnica e il processo è stato rinviato al
prossimo 25 maggio.
Nel frattempo Vela ha licenziato la
giovane dipendente che, finora, ha preferito
avvalersi della facoltà di non rispondere
davanti ai magistrati. Il suo difensore sta
cercando di dimostrare che la bigliettaia non si
è intascata neppure un euro.
La vicenda di Anna C. è una delle molte
venute alla luce negli ultimi due anni: varie
inchieste della procura hanno fatto finire sotto
inchiesta numerosi bigliettai di Actv e Vela,
accusati di aver escogitati svariati meccanismi
per fare la "cresta" sugli incassi. Si è
verificato il caso di biglietti del ferry boat "ricilati"
o fotocopiati, oppure di utenti abituali fatti
imbarcare dietro pagamento del biglietto, ma
senza il rilascio di alcuno scontrino; mentre i
dipendenti di alcune biglietterie del centro
storico sono stati accusati di aver "rifilato"
ad ignari turisti biglietti elettronici di
traghetto da 2 euro al posto di quelli ordinari
da sei euro e mezzo, intascando la differenza di
4,5 euro. Alcuni di questi sono già stati
giudicati; altri aspettano la chiusura delle
indagini preliminari.
FURBETTI La scoperta mentre l’impiegato era in
ferie: aveva scordato il rendiconto sulla
scrivania
Truffa da 600mila euro ad Alilaguna
Un ex dipendente è accusato di aver sottratto
l’ingente somma facendo la cresta sui biglietti
Il Gazzettino, Giovedì 28 Aprile 2011,
È accusato di aver sottratto 600 mila euro dalle
casse di Alilaguna. Si avvicina l’ora del
processo per un ex dipendente della società che
si occupa del collegamento acqueo di linea con
l’aeroporto di Tessera: il sostituto procuratore
Paola Tonini ha chiuso le indagini preliminari e
gli contesta il reato di peculato.
I comportamenti illeciti sarebbero
proseguiti a lungo e furono scoperti
casualmente, poco più di due anni fa: durante un
periodo di ferie, il dipendente aveva
dimenticato sulla scrivania i propri rendiconti
bancari da cui risultavano ingenti versamenti e
prelievi di denaro, non compatibili con lo
stipendio di Alilaguna. Scattarono i controlli e
l’uomo, messo alle strette, confessò di essersi
appropriato complessivamente di circa 600 mila
euro, facendo la "cresta" sugli incassi della
vendita dei biglietti. Dopo aver ammesso gli
addebiti, il dipendente rassegnò le dimissioni e
restituì gran parte del "maltolto", più di 550
mila euro. Per cercare di recuperare il
restante, Alilaguna ha già avviato una causa
civile ottenendo dal Tribunale l’emissione di un
decreto ingiuntivo al quale è stata presentata
opposizione da parte del difensore
dell’indagato, l’avvocato Giovanni Fabris.
Sul fronte penale, il legale contesta
l’ipotesi d’accusa sostenendo che Alilaguna è
una società privata e dunque non sarebbe
configurabile il peculato (reato proprio dei
pubblici ufficiali), ma semmai una meno grave
imputazione di appropriazione indebita. Nel
tentativo di definire il procedimento evitando
il carcere al suo cliente, l’avvocato Fabris ha
formulato una proposta di patteggiamento, ma la
procura non ha prestato il consenso, ritenendo
evidentemente incongrua la pena proposta,
attorno ai due anni, con la sospensione
condizionale. In caso di mancato accordo
sull’applicazione della pena si farà il
processo.
Il dipendente finito sotto accusa
ricopriva un ruolo particolarmente delicato
all’interno di Alilaguna: aveva il compito di
fornire i biglietti ai marinai incaricati poi di
venderli a bordo. Stando a quanto accertato
dagli inquirenti, l’uomo avrebbe ripetutamente
consegnato ai marinai blocchetti con i
biglietti, facendosi pagare contestualmente per
un importo superiore ai tagliandi
successivamente dichiarati all’azienda. In
questo modo, a forza di 12 euro per ogni
biglietto, la "cresta" si sarebbe fatta
consistente. L’indagine non ha portato alla luce
responsabilità di altre persone.
Gianluca Amadori
Il Gazzettino, Giovedì 28 Aprile 2011,
Prima di Alilaguna, è toccato ad Actv restare
vittima di dipendenti infedeli, scoperti ad
appropriarsi somme di denaro attraverso trucchi
di vario tipo nella vendita di titoli di viaggio
del ferry boat. L’inchiesta nei confronti di
cinque bigliettai si è conclusa lo scorso
dicembre con il patteggiamento di 2 anni due
anni di reclusione, con la sospensione
condizionale della pena, per il reato di
peculato. In quattro hanno risarcito il danno
versando all’Azienda di trasporti poco più di 20
mila euro, rinunciando ad impugnare il
licenziamento. Nei confronti dell’altro
imputato, il primo ad ammettere i propri
addebiti collaborando alle indagini, Actv
potrebbe avviare una causa civile per ottenere
il risarcimento. Ad "inchiodare" i cinque
bigliettai alle rispettive responsabilità la
procura ha depositato le videoregistrazioni
effettuate dai carabinieri della sezione di
polizia giudiziaria nelle biglietterie.
Una seconda inchiesta riguarda altri sette
dipendenti di Actv e Vela che nell’estate del
2008, furono denunciati dai carabinieri i quali
scoprirono che, in alcuni dei principali
sportelli della città, i bigliettai rifilavano
agli ignari turisti venivano biglietti
elettronici di traghetto da 2 euro, al posto di
quelli ordinari da 6 euro e mezzo, riuscendo
così ad intascare la differenza di 4,5 euro
TRIBUNALE La giovane ha accettato di risarcire il
"debito", Vela non si è costituita parte civile
Intascava i soldi dei biglietti: patteggia
Un anno e sei mesi a una dipendente di 23 anni che aveva
trattenuto per sé 48mila euro di incassi
Martedì 8 Febbraio 2011,
Per mesi si era intascata gli incassi delle biglietterie Actv in
cui lavorava, con un contratto a a termine, in giro per
Venezia. Quando quelli di Vela se n’erano accorti, e
avevano denunciato il tutto, erano già spariti 48.000
euro! Per questa vicenda, ieri, davanti al Tribunale di
Venezia, Laura Sambo, 23enne di Chioggia, ha patteggiato
un anno e sei mesi per peculato, con la sospensione
condizionale. Una pena concordata dal suo difensore,
l’avvocato Giuseppe Vio, con il pubblico ministero,
Paola Tonini, titolare di molte inchieste sui dipendenti
infedeli di Actv. Vela ha rinunciato a costituirsi parte
civile in questo processo, in quanto la giovane ha
sottoscritto un "riconoscimento del debito" per un
valore di 48.000 euro, pari all’ammanco, con l’impegno a
restituire il tutto a piccole rate. In questi mesi ha
già versato qualche migliaio di euro, ma questo non le è
bastato a ottenere l’attenuante prevista per chi
risarcisce il danno. Nel conteggio della pena, però, a
favore dell’imputata, ha pesato il fatto che era
incensurata.
Un’altra storia di dipendente infedele, questa
della giovane di Chioggia, che era diventata pubblica
già l’estate scorsa, insieme a quella di una seconda
giovane bigliettaia in servizio a Mirano che era
riuscita a far sparire, sempre nell’arco di pochi mesi,
ben 60mila euro. Entrambe avevano contratti a tempo
determinato. E per mesi avevano continuato a intascare
gli incassi delle biglietterie in cui lavoravano, senza
che nessuno intervenisse. Un particolare, questo, che
aveva fatto discutere. Vela si era difesa sostenendo che
per questo genere di controlli c’era voluto del tempo.
Nel caso di Laura Sambo, in particolare, gli ammanchi
sarebbero continuati dall’ottobre del 2009 al marzo
dell’anno successivo. Ben sei mesi in cui la bigliettaia
sarebbe riuscita a intascare i 48mila euro. Un fenomeno,
questo dei dipendenti disonesti, di cui si parla ormai
da un paio d’anni in Actv. E che ha spinto la stessa
azienda a intensificare i controlli. Complessivamente,
negli ultimi due anni, i casi venuti alla luce sono
stati una ventina.
Il Corriere del Veneto 28 ottobre 2009
VENEZIA — Bigliettai
Actv di nuovo sotto i riflettori. Un anno fa l’inchiesta
della magistratura sulle «creste» ai turisti, stavolta
un servizio del telegiornale satirico «Striscia la
Notizia» a firma di Moreno Morello. Servizio che mette
ancora una volta sul banco degli imputati alcuni
dipendenti dell’azienda dei trasporti veneziana. Come
allora, anche in questo caso, una questione di soldi.
Resti, ad essere precisi. Che, secondo quanto
testimoniano le telecamere Mediaset, sarebbero stati
spesso inferiori a quanto dovuto. E il servizio finisce
a pugni e spintoni. Moreno Morello è andato in laguna
per puntare il dito su una questione che in molti
avrebbero segnalato alla trasmissione di Ricci. Ossia la
«confusione» fatta da alcuni impiegati di biglietteria
nel restituire il resto agli utenti, «soprattutto
stranieri». E per verificare le segnalazione ecco che si
presentano, contanti alla mano, numerosi finti utenti.
Diverse le reazioni degli impiegati, ma stesso
canovaccio: resto insufficiente.
La trasmissione ha
così suddiviso i vari bigliettai in casistiche
differenti. Prima tipologia: il bigliettaio timido. Che
«sbaglia il resto ma con temperanza». Poi c’è il
«bigliettaio efferato»: non più la mancanza di un solo
euro ma molto di più. Infine il «bigliettaio
irrazionale», ovvero quello che va «contro tutte le
leggi della matematica». Truffe, insomma, secondo il
telegiornale satirico. Che termina in rissa. Alla
provocazione di un ulteriore finto cliente presentatosi
allo sportello con 6 euro e 50 centesimi in piccole
monete, lo stesso bigliettaio «irrazionale» prima lo
insulta e poi esce dalla cabina e sferra un violento
spintone all’uomo che finisce a terra sull’imbarcadero.
All’ingresso di Morello in scena che attacca con
violenza il dipendente di Actv accusandolo di sottrarre
denaro agli utenti, da parte di quest’ultimo... nessuna
reazione.
TRIBUNALE
Erano accusati di aver intascato i soldi invece di
versarli alle casse dell’azienda
Bigliettai "infedeli" patteggiano 2 anni
Actv avvia
le procedure per ottenere il risarcimento anche dal
quinto dipendente indagato
Venerdì 24
Dicembre 2010
Hanno tutti patteggiato due anni di reclusione (pena
sospesa) i cinque bigliettai finiti davanti al gup per
aver intascato i soldi dei tagliandi di viaggio. Ieri il
giudice Roberta Marchiori ha accolto il patteggiamento
per Hugho Sari Victor, 32 anni di Spinea, Guerrino
Vianello, 57 anni del Lido (difesi dagli avvocati Renato
Alberini e Augusto Palese), Paolo Mantovani, 54 anni di
Marghera, Fabio Vianello, 57 anni di Spinea (difesi
dall’avvocato Maria Rosa Cozza) e Ciro Coppola, 53 anni
di San Donà di Piave (avvocato Ennio Della Gaspera).
In un primo momento il pm Paola Tonini aveva
rifiutato il patteggiamento, poi la situazione è
cambiata dopo che 4 imputati hanno versato 22mila euro a
testa e hanno rinunciato ad impugnare il licenziamento.
Per Coppola, che non ha effettuato il versamento (è
stato il primo ad ammettere i propri addebiti
collaborando alle indagini) l’avvocato Marco Vianello,
in rappresentanza dell’Actv, si è costituito parte
civile puntando ad un pagamento di 45mila euro.
Ad "inchiodare" i cinque bigliettai alle
rispettive responsabilità c’erano le videoregistrazioni
effettuate dai carabinieri della sezione di polizia
giudiziaria nelle biglietterie del Tronchetto e del
Lido: per alcune settimane gli indagati erano stati
"immortalati" mentre rilasciavano ad ignari turisti
biglietti contraffatti (fotocopie di quelli cartacei,
ancora utilizzati in caso di guasto del sistema Imob).
Oppure mentre incassavano somme di denaro (inferiori al
prezzo del biglietto) da amici, conoscenti o utenti
abituali, senza rilasciare loro alcun titolo di viaggio;
denaro che invece di essere depositato nelle casse dell’Actv
sarebbe finito direttamente nelle loro tasche.
Da qui l’ipotesi di peculato. Nel capo
d’imputazione erano contestati una decina di episodi,
avvenuti tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010, con
l’indicazione delle vetture che i bigliettai avrebbero
fatto salire a bordo del ferry con le modalità
incriminate, nonché il possesso di complessivi 15 mila
euro di cui erano accusati di essersi appropriati.
TRASPORTI Un carabiniere l’ha seguita fino a Murano e
smascherata
Senza biglietto, denunciata
Una bellunese si è finta turista spagnola per sfuggire alla
sanzione
Domenica 28 Novembre 2010,
Ha finto di essere una giovane turista inesperta, di non
saper parlare l’italiano, di non avere documenti con sè...
E quando il controllore dell’Actv le ha chiesto le
generalità, ha ben pensato di inventarsi anche un nome e
un cognome spagnoli. Che cosa si fa pur di non pagare il
biglietto! Stavolta, però, all’intraprendente
"portoghese" è andata male, perché nel motoscafo dell’Actv
c’era anche un carabiniere (in abiti civili) che, poco
prima, l’aveva sentita parlare al cellulare in perfetto
italiano. Il militare ha voluto andare a fondo. E la
sceneggiata, alla fine, è costata cara alla giovane: una
denuncia a piede libero per false attestazioni a
pubblico ufficiale.
Il fatto risale a tre giorni fa. Protagonista, suo
malgrado, una 25enne residente del Bellunese, ma
domiciliata a Venezia dove lavora come operatrice
sanitaria a domicilio. Quella mattina stava andando a
Murano per lavoro. Quando sul motoscafo è salito anche
il controllore, la giovane ha deciso di recitare la
parte della spagnola. Il tutto sotto gli occhi del
carabiniere che l’aveva appena sentita chiacchierare al
cellulare in italiano. Il controllore ha stilato la sua
multa all’indirizzo della fantomatica turista spagnola.
Ma quando la donna è scesa a Murano, il carabiniere ha
deciso di seguirla. Senza esitazione, l’operatrice si è
diretta verso la casa in cui era attesa, ma a quel punto
il carabiniere l’ha fermata per un controllo. E la
25enne ha confessato tutta la verità. L’ennesimo
episodio che conferma la vecchissima abitudine di non
pagare i biglietti del trasporto pubblico.
ACTV Bigliettai mani di fata,
La Nuova Venezia 10 agosto 2008
Il Corriere del Veneto
Bigliettai Actv sospesi Trovati
in tasca mille euro
«Cresta» sul ticket del ferry, il
pm chiede l’interdizione Le indagini: appostamenti alle
casse e controlli sulle auto
VENEZIA - Durante le
perquisizioni di martedì, uno di loro aveva in tasca
mille euro. Quasi lo stipendio di un mese in un solo
giorno, «rubato » - secondo l’accusa - ad Actv. È per
questo che la società dei trasporti veneziani avrebbe
ipotizzato che i sei bigliettai indagati per peculato in
concorso possano aver sottratto fino a un milione di
euro all’anno alle casse aziendali, visto che operavano
su una linea molto redditizia: il ferry boat tra il
Tronchetto e il Lido, che fattura circa 10 milioni ogni
dodici mesi. Per tutti, salvo che per uno a cui è
contestato un solo episodio, il pm Paola Tonini ha
chiesto l’interdizione dai pubblici uffici, su cui si
dovrà esprimere il gip Luca Marini non prima di averli
interrogati. Ieri è stata anche avviata la procedura di
sospensione «dal soldo e dal servizio», ormai ben nota
alle cronache visto che si tratta del quarto caso di
bigliettai infedeli in poco più di un anno e mezzo.
Un mese e mezzo di
indagine dei carabinieri della sezione di polizia
giudiziaria è bastato per raccogliere una valanga di
prove nei confronti dei sei bigliettai. Quattro di loro
sono dipendenti di Actv, due invece di Vela, tra cui
l’unico lavoratore stagionale coinvolto. Le loro età
vanno dai 25 ai 54 anni, abitano a Venezia (compreso il
Lido, Mestre e Marghera), San Donà e Spinea. Cinque sono
italiani, mentre uno di loro è ecuadoriano, pur vivendo
qui da alcuni anni. La sezione ha effettuato circa una
trentina di servizi di osservazione, in varie fasce
orarie: i militari della procura si sono messi alle
biglietterie per controllare i comportamenti dei
dipendenti Actv e Vela, ma hanno anche controllato
numerose macchine scese dal ferry, riscontrando che
avevano dei biglietti falsi oppure non li avevano
proprio. «A fregarli è stata l’ingordigia », dicono gli
inquirenti. Oltre ovviamente ai nuovi sistemi
informatici di Actv, che registrano in tempo reale tutti
i passaggi e tutte le alzate della sbarra, comprese
quelle non associate all’emissione del ticket (per
esempio nel caso di ambulanze o forze dell’ordine). Ma
ad un certo punto ci si è resi conto che le alzate «a
vuoto» erano un po’ troppo frequenti. «Una reiterazione
impressionante», continua chi ha indagato riferendosi ai
cinque per cui è stata richiesta l’interdizione.
Nel corso delle
perquisizioni sono stati trovati circa 15 mila euro tra
armadietti e abitazioni, oltre a vari tagliandi falsi,
con cui venivano coperti gli accessi «impropri».
L’ipotesi degli investigatori è che in realtà una
piccola parte fossero i veri truffati, mentre nella
maggior parte dei casi si trattasse di passeggeri
habitué che pagavano cash, ovviamente a cifre inferiori,
direttamente nelle tasche dei bigliettai. In un primo
momento si era infatti addirittura ipotizzata la
corruzione o la concussione. Ora il pallino è in mano ad
Actv e al gip Marini. La prima è già partita con l’iter
che porterà probabilmente al licenziamento. La
situazione è più simile a quella dell’agosto 2008,
quando sette bigliettai finirono anch’essi indagati per
peculato per aver fatto la cresta sui tagliandi, che a
quella del servizio di «Striscia la notizia» dello
scorso ottobre. Anche nel caso di un anno e mezzo fa
l’indagine era nata da un esposto dell’azienda e con in
mano i controlli dei carabinieri i sette sono stati
tutti estromessi dall’azienda. Più debole invece la
«prova» del servizio di Striscia: dei quattro dipendenti
ripresi uno si è licenziato, l’altro è sospeso non per
aver rubato ma per aver spinto a terra Moreno Morello,
mentre gli ultimi due sono stati reintegrati.
Alberto Zorzi
15 aprile 2010
Biglietti falsi, affare da 10mila euro
Tanto avrebbe incassato il marinaio chioggiotto dell’Actv
che si fabbricava i tagliandi in casa
Venerdì 19 Febbraio 2010,
La truffa sarebbe andata avanti almeno da
settembre. E in questi mesi il marinaio "infedele", che
vendeva biglietti fatti in casa agli ignari passeggeri
dell’Actv, avrebbe incassato qualcosa come 10.000 euro.
Nuovi particolari dell’indagine che ha portato alla
denuncia, a piede libero, di un 44enne di Chioggia,
dipendente dell’azienda di trasporti. Il fascicolo, in
questo momento, è sul tavolo del pubblico ministero di
Venezia, Michele Michelozzi, che ha formulato due
ipotesi di accusa: oltre alla truffa ai danni dell’Actv,
anche il falso, per quei titoli di viaggi fabbricati in
casa con l’aiuto di uno scanner. L’inchiesta, in realtà,
nel giro di poco tempo potrebbe già essere chiusa.
L’accusa ha infatti già molti elementi in mano. Tutto è
partito da un’indagine interna dell’Actv, che
insospettita da alcuni biglietti un po’ strani, ha
sguinzagliato i suoi ispettori privati. Raccolti una
serie di elementi a carico del marinaio chioggiotto, ha
quindi inviato una segnalazione alla Procura che, a sua
volta, ha messo in campo gli uomini della polizia
giudiziaria. Sono stati loro, nell’ultimo fine
settimana, a cogliere sul fatto il marinaio-falsario,
che stava piazzando i suoi biglietti a bordo di un
vaporetto in servizio notturno lungo il Canal Grande. É
seguita una perquisizione a casa del chioggiotto dove
sono stati sequestrati materiali e attrezzature
utilizzate per fabbricare i biglietti falsi. Tagliandi
molto somiglianti a quelli veri, ma che ad un esame più
attendo rivelano la loro natura taroccata. L’Actv, da
parte sua, ha già avviato l’iter per la sospensione dal
lavoro del marinaio e il suo successivo immediato
licenziamento.
L CASO A Rialto due turisti contestano il resto, arriva
una volante della Polizia
Actv, spuntano altri furbetti
Un controllore di Chioggia stampava in casa falsi
biglietti: denunciato
Giovedì 18 Febbraio 2010,
IL FALSARIO
Un bigliettaio chioggiotto di 44 anni è stato
denunciato per truffa per aver contraffatto i biglietti
Actv per il settore navigazione con uno scanner. L’uomo
è stato bloccato dagli ispettori Actv e dagli agenti
della Polizia in flagranza di reato a bordo di un
vaporetto. «Condanniamo con fermezza questo episodio -
dice il presidente dell’Actv, Marcello Panettoni - Tutto
ciò danneggia l’immagine della città».
LA CASSIERA
Gli agenti di una Volante sono intervenuti
martedì, attorno alle 16.45, a Rialto dove una coppia di
turisti lamentava un resto diverso da quello previsto.
Sul posto, i poliziotti hanno chiesto alla cassiera di
contare i soldi in cassa. Risultato: un disavanzo di 43
euro. Vela, la società che gestisce le biglietterie,
smentisce.
Navarro Dina a pagina V
Giovedì 18 Febbraio 2010,
Questa volta l’hanno beccato con le mani
nel sacco. Anzi, con le mani nei biglietti. Falsi. Tutti
rigorosamente contraffatti, ma simili a quelli
"cartacei" di un tempo e che - fino al prossimo ingresso
dei cosiddetti biglietti palmari a bordo - sono ancora
utilizzati per pagare la corsa quando si è preso al volo
il vaporetto. Ma questa volta, niente ticket. Al posto
dell’ignaro viaggiatore, il bigliettaio ha trovato gli
ispettori dell’Actv che, dopo averlo sorpreso, hanno
chiamato la Polizia.
Così è finito nei guai un marinaio 44enne,
residente a Chioggia, che nella notte tra il 15 e il 16
febbraio scorso, è stato colto in flagrante mentre
vendeva biglietti Actv a bordo di un vaporetto di linea
dopo una serie di investigazioni e controlli al suo
operato da parte della stessa azienda e delle forze
dell’ordine. A quanto pare, secondo la ricostruzione di
Polizia e azienda, il "sistema" andava avanti da un po’
di tempo. L’uomo si "fabbricava" da solo i biglietti a
domicilio con uno scanner.
Nei suoi confronti l’azienda ha deciso
immediatamente di sporgere denuncia per truffa ai danni
dei clienti e della stessa Actv. Nel frattempo è
scattato l’iter per la sospensione dal lavoro e anche la
procedura per l’immediato licenziamento. «Non possiamo
che condannare con assoluta fermezza questi episodi -
sottolinea il presidente dell’Actv, Marcello Panettoni -
Desidero ringraziare tutti gli investigatori per l’aiuto
e la velocità in cui è stato possibile individuare la
truffa e altresì tutto coloro che collaborano con
l’azienda segnalando casi sospetti, per poter fare in
modo che non si verifichino questi spiacevole episodi
che minano l’immagine della città, dell’azienda e di
tutti i lavoratori onesti che ne fanno parte».
Ieri, intanto la Questura ha reso noto che una
pattuglia è intervenuta martedì grasso verso le 16.45,
all’approdo di Rialto per la contestazione di una coppia
di turisti straniera che riteneva di aver ricevuto un
resto diverso dall’ammontare complessivo del biglietto.
Sostanzialmente i due stranieri avevano acquisto due
biglietti, ottenendone ricevuta, per un costo
complessivo di 16 euro adducendo poi di aver ricevuto un
resto di 13 euro. Di conseguenza, i due hanno chiesto
l’intervento di una pattuglia delle Volanti che ha
effettuato un sopralluogo, chiedendo poi alla cassiera
di fare un conteggio di cassa. Al termine è risultato un
disavanzo complessivo di 43 euro. A quel punto i due
turisti, che si sono visti consegnare altri tre euro di
resto, sono stati edotti dai poliziotti delle facoltà di
legge per una denuncia. Sul caso, invece, Vela che
gestisce il sistema delle biglietteria, ha completamente
smentito l’episodio.