Recuperata barca storica a picco
È una vecchia “comacina”: era affondata qualche giorno
prima
Il Mattino di Padova 17 agosto 2015
Una vecchia comacina degli Amissi del Piovego,
ormeggiata sotto il ponte Ariosto in golena San
Prosdocimo, è affondata nella notte tra giovedì e
venerdì scorsi per cause ancora da accertare. Si tratta
di un’imbarcazione in legno dal valore storico: lunga 17
metri e pesante 10 tonnellate, è stata costruita circa
70 anni fa, venendo impiegata come barca da lavoro per
il trasporto delle merci.
Gli Amissi del Piovego, che gestiscono l’area golenale
del Comune di Padova, l’hanno riutilizzata per rivivere
le antiche tecniche di navigazione con la voga alla
veneta o tramite la spinta delle pertiche. «È
un’imbarcazione che ho recuperato personalmente cinque
anni fa», puntualizza Maurizio Ulliana, presidente degli
Amissi del Piovego, «L’ho portata a Padova donandola
all’associazione Traditional Venetian Boat (Tvb), che
l’ha poi messa a disposizione del nostro gruppo. Venerdì
mattina, un burchiello, passato accanto alla comacina la
sera prima, mi ha avvisato che era affondata».
Nelle operazioni di recupero, sabato sono intervenuti
anche i sommozzatori dei vigili del fuoco di Padova, che
hanno riportato l’imbarcazione in parziale
galleggiamento, a valle del ponte Ariosto. Oggi toccherà
ai volontari degli Amissi del Piovego completare
l’opera. «Non siamo riusciti a capire per quale motivo
si sia inabissata», continua Ulliana, «Tutte le ipotesi
restano valide. Abbiamo circa 20 barche, che talvolta
sono oggetto di incursioni e danneggiamenti. All’interno
troviamo sigarette, bottiglie e bicchieri, lasciati da
persone che vi salgono a bordo per divertirsi durante la
notte. In un anno vengono rubate in media due barche, ma
i furtarelli di remi o altri elementi si verificano più
frequentemente». (m.r.)
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Attorno al Museo da segnalare
il bellissimo piccolo rimorchiatore Pavia, recuperato da
Cappellozza, costruito nel 1933 presso i Cantieri Navali
e Officine Meccaniche di Venezia, in sigla CNOMV.
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Purtroppo alcune
imbarcazioni in legno, faticosamente recuperate e
restaurate, versano in pessime condizioni. Come si può
vedere, da sinistra, la peata e il burcio ricoperti dai
rovi. Sotto la caorlina Giorgia, faticosamente
restaurata, vedi qui, malamente appoggiata sopra dei
bidoni che ne stanno deformando lo scafo. |
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Unico appunto è che a volte
i musei diventato le vetrine per modellisti vari,
storici improvvisati, pittori da trattoria che donano le
loro opere per fregiarsi della fama riflessa dalla
prestigiosa esposizione. Come è successo al
Museo Storico Navale di Venezia o al il museo
della laguna sud di Chioggia. Penso che il Conservatore
sappia dire di no a queste "donazioni" e paghi dei bravi
modellisti per realizzare opere all'altezza di un Museo. Un improbabile Bucintoro
e il suo altrettanto fantasioso "salotto"
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Alcune strane forcole
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