Abbiamo conosciuto anche il signor Plinio Boscolo Todaro,
nato il 24 maggio 1924 a Sottomarina.
La
sua famiglia aveva acquistato il trabaccolo “Ardito
Pescatore” costruito a Rimini nel 1929 armato
con vele al terzo, ma poi dotato di un motore “a testa
calda” acquistato a Trieste. Era impiegato per la
raccolta e la vendita del pesce novello agli allevatori
navigando fino in Puglia, a Brindisi e in Sicilia, a
Siracusa. Il ritorno durava anche una settimana e lo
stato del novellame nelle tinele doveva
essere sorvegliato giorno e notte con un continuo
ricambio di acqua di mare, pena l’asfissia. Racconta che
nel dopoguerra c’era chi portava a bordo le bombole per
ossigenare l’acqua, ma doveva tenerle nascoste perché
gli allevatori ritenevano che il novellame si
deteriorasse.
Alla
raccolta del pesce novello – che iniziava “dai
Santi” - chiarisce che non si tratta di
Ognissanti, ma dell’11 giugno – seguivano altre
attività, come il trasporto di angurie a Trieste,
e successivamente il trasporto di legna da Cherso.
Il trabaccolo fece anche due stagioni di pesca vera e
propria a strascico. Ma ogni possibilità di
lavoro era buona. Racconta che si imbarcò da
piccolissimo per una “vacanza” estiva in cui navigarono
fino alle isole greche effettuando continuamente
trasporti di merce varia da porto a porto lungo
l’Adriatico. Per proteggere il carico dall’acqua del
mare e dalla pioggia usavano stendere un telo rosso
impermeabilizzato che veniva chiodato lui quattro lati.
Dopo
la guerra la famiglia acquistò un trabaccolo più grande
– l’ Antonia Scarpa - con la quale
trasportavano carbone dalle coste dalmate. Parla
anche di un’altra barca – un piffaro – che
si chiamava Lucio Polo. Il lavoro coi
trabaccoli durò fino al 1966. (notizie raccolte da Paolo
Stefinlongo) |