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Corso 2011 Costruzione della gondola del XVII secolo, 1° parte

 
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Progetto della gondola degli inizi del XVII secolo

Ricostruzione degli antichi attrezzi da carpentiere, Viking Ship Museum Roskilde Danimarca
 

Durante i corsi per allievo maestro d’ascia organizzati dalla Confartigianato di Venezia si è discusso molto con gli allievi e con i colleghi docenti, sulle regole a cui attenersi nella ricostruzione storica di una nave e in particolare sull’attuale replica della gondola secentesca. Quali materiali impiegare, quale sequenza progettuale e costruttiva attuare, insomma a quale capitolare attenerci, tenendo presente che questi interrogativi sono assolutamente inediti per l’Italia dove sono state tentate pochissime ricostruzioni.    

L’ideale sarebbe stato ovviamente impiegare legname proveniente dai boschi della Serenissima, abbattuto con la luna giusta, affettato a mano con la grande sega da segantini, lasciato stagionare per anni fino al punto giusto di maturazione, piegato con il fuoco delle canne palustri, inchiodato con chiodi di ferro fucinati e zincati a mano.   

Avremmo potuto commissionare dalla manifattura Bevilacqua stoffe tessute con gli antichi telai manuali, con fili di seta di bachi allevati nelle ville della campagna veneta. Avremmo potuto lavorare - vestendo abiti d’epoca, con attrezzi ricostruiti in base alle immagini coeve. Lo si fa ormai di routine, in tutta l’Europa del nord, nei musei viventi tenacemente voluti da tutta la cittadinanza che vi si identifica e partecipa alla ricostruzione di una parte fondamentale della loro storia.  

In pratica come si vede non c’è limite alla filologia, si può sempre fare meglio e di più, ma più che di bianco e di nero esistono infinite varietà di grigio che vanno dall’optimum appena descritto alle pacchianate da sagra del paese. La triste realtà parla invece di budget disponibile, quasi sempre risicato, dalle tempistiche ristrette, del legname di qualità ormai quasi introvabile. Per non parlare delle cose un tempo “normali” ed ora proibite, per esempio: non si possono più usare pece, canna palustre, minio, fare fuochi liberi, usare la fucina in città, ecc. ecc.

Abbiamo dovuto anche mediare fra filologia e impiego del natante, se come nel nostro caso la gondola trascorrerà la maggior parte del tempo a terra non si possono usare tavole massicce perché seccandosi si spaccherebbero, inoltre l’uso di “barca scuola” da parte di neofiti della voga ha richiesto soluzioni robuste e di poca manutenzione.

 Quindi nelle priorità da seguire abbiamo privilegiato la forma, la progettazione e i materiali dove è stato possibile, rimarcando ancora una volta che si tratta di un esperimento inedito al quale dovranno seguire molti altri sui quali fare tesoro delle esperienze pregresse.     

Per tutto ciò che non siamo riusciti a spiegare vale il vecchio proverbio chioggiotto - ma diffuso in molte altri luoghi di marini - che dice: “Chi va per mare naviga, chi resta a terra giudica.”

 

Gilberto Penzo

 

Legname diviso per spaccatura, Viking Ship Museum Roskilde Danimarca. Foto Carlo Neidhardt

 

Agg. 3 5 2011
 
Lo scafo con le nerve collocate definitivamente
 
Simulazione della voga a poppa. In questa gondola, come si evince dall'iconografia, il poppiere vogava in una posizione molto difficile. Infatti la coperta di poppa era priva di tutte le sovrastrutture odierne che facilitavano la posizione dei piedi del gondoliere.
Giacomo Franco 1610 "A questo vano le novizze in gondola"
 
 
 
Collaudo della disposizione dei fori per le forcole per la voga a quattro remi
 
Collaudo del sentar

 
Agg. 19 4 2011
Taglio delle caene dal ponte di rovere
 
Le nerve e le caene collocate al loro posto
 
 
Il sucheto di prua incollato sul posto
Agg 26 4 2011
Taglio delle simonele e rettifica dell'orlo superiore del sercio
 
Naturalmente nelle fasi come questa dove ci si basa più sulla sensibilità e gusto personale che su misure prestabilite, la sintonia fra progettista e maestro d'ascia deve essere totale.

 

Questa è una fase molto critica per la riuscita estetica di uno scafo, qualche centimetro in più o in meno di altezza o qualche modesta irregolarità nell'avviamento del fianco condizionano irrimediabilmente la linea finale dell'imbarcazione. Bisogna, prima del taglio finale - irreversibile - temperare fra le necessità contrapposte della capacità di carico e tenuta sulle onde che richiede una opera morta elevata e l'eleganza che vorrebbe gli scafi più bassi possibili. In questa fase delicata, il disegno è relativamente utile se non come guida iniziale, nella pratica sarà l'esperienza e l'occhio del maestro ad armonizzare al meglio queste curve tridimensionali.
 
Controllo dell'avviamento della coperta di prua per mezzo della sagoma

 

Agg. 19 4 2011
La gondola con i serci e l'ossatura quasi completata
 
 
 
 
Matteo Tamassia costruisce un volto sul piano dei quinti
 
Aggiornamento 15 4 2011
L'ossatura della gondola collocata sul cantier
 
Nel dettaglio: le ordinate collocate perpendicolari al cantier secondo l'uso tradizionale dei cantieri adriatici
 

Aggiornamento 12 4 2011
Il gruppo di allievi, con l'ordinata maestra della gondola
 
Gilberto Penzo e Matteo Tamassia controllano il piano dei quinti
 
I sanconi tagliati e piallati al giusto spessore
 
le semiordinate incollate e pronte per essere accoppiate

 

Il cantier della gondola impostato con le aste al loro posto.
 
 
I sanconi già ritagliati e pronti ad essere divisi nel verso dello spessore per formare assieme alla piana una corba.

 
 Ultime finiture e costruzione delle parti mobili del parecio
Vista dal mascone con le masse in via di finitura e gli archi del felze al loro posto
 
Il semplice sentar come risulta dall'iconografia
 
Prova di posa delle masse da felze che formeranno la caponera, la struttura mobile sulla quale si stenderà il tessuto protettivo dei passeggeri.
 
Dettaglio del tenone del felze inserito fra nerva e corbolo
 
La prua con i volti de massa ancora da rifinire

 

I paglioli o costrai lasciati a legno naturale


 

 

 

 

: penzo.gilberto