Gente di e intorno al
mare
All’indomani dell’unità d’Italia, la
maggior parte della popolazione sambenedettese, come è
noto, è impiegata quasi esclusivamente in attività
marinaro-peschereccia o, tutt’al più, in professioni
dell’immediato indotto. Gli uomini e le donne nel loro
vivere quotidiano, con il duro lavoro, reggono
l’economia locale più volte altalenante per effetto
delle numerose tragedie del mare, con perdite di vite
umane oltreché di mezzi, e con l’aggravio della
situazione per via di eventi calamitosi o l’acuirsi del
fenomeno migratorio. Nonostante ciò la marineria locale
consolida la propria immagine in ambito nazionale e San
Benedetto del Tronto – talvolta Sambenedetto –
inizia ad imporsi anche grazie all’opera dei nostri
pescivendoli dotati di carretto che avviano un vero e
proprio sistema di approvvigionamento ampliando mano a
mano le frontiere del territorio di mercato. Il pescato
prodotto dai legni da pesca di Egidio Novelli inizia ad
essere smerciato dai suoi fratelli, Giuseppe Antonio –
detto Annoccò – e Domenico, in centri via via sempre più
distanti dalla costa preferendo i luoghi dell’Appenninno
centrale – varcando in alcuni casi i passi più impervi –
alle mete più a portata di mano; seguiranno questi primi
pionieri, Luigi Timperi di Francesco, Tommaso Pianella,
Francesco Leoni di Simone detto Valiscià, Tommaso
Melchiorri di Serafino, Emidio Rosetti di Domenico
Antonio meglio noto come Secatò, Bernardino Cavicchia.
Differentemente, il mercato locale
continua ad essere gestito da tutti gli altri: Michele
Traini soprannominato Spaccazocco con suo fratello
Gioacchino, Salvatore Angelini, Francesco Merlini di
Placido detto Paciutto, Nicola Del Zompo di Francesco,
Pietro Sabatini di Domenico, Pacifico Pulcini di
Domenico, Nicola Paolini di Vincenzo, Pasquale
Marchegiani di Nicola, Gioacchino Silvestri di Zaccaria,
Carlo Leoni di Francesco, Gioacchino Angelini di
Giovanni Battista, Carlo Torquati di Filippo, Taddeo
Merlini di Francesco, Giuseppe Antonio Merlini di
Domenico, Luigi Ficcadenti, Bernardino Alfonsi di
Giuseppe, Domenico Melchiorri di Serafino, Pasquale
Palma, Fortunato Velluti originario di Porto Recanati,
Domenico Troli di Francesco, Giovanni Fiscaletti detto
Zevà, Paolo Mangiola, Giovanni Libbi alias il Soldato,
Pietro Paci di Pasquale con sua moglie Domenica Paolini,
Pasquale Renzi di Nicola, Filippo Moretti di Benedetto,
Domenico Antonio Libbi e suo figlio Davide, Serafino
Troli di Francesco, Nicola Romani di Michele, Nicola
Traini di Michele, Gioacchino Merlini di Giuseppe detto
il Lupo, Michele Flammini di Domenico, Filippo Moretti
di Giovanni Battista, Giuseppe Marinangeli di Angelo,
Nazzareno Pulcini soprannominato Zar, Francesco De
Angelis di Basso, Lorenzo Pilota di Pacifico, Amadio
Lacchè di Antonio talvolta anche sbarzocco,
Serafino Romani di Michele, Nicola Fiscaletti di Matteo
detto Sparrone, i fratelli Pietro e Antonio Libbi di
Domenico Antonio, Giovanni Merlini, Gabriele Piergallini
di Giovanni Battista, Carlo Silvestri di Luigi, Filippo
Sciarra di Nicola, Francesco Caselli di Giuseppe,
Antonio Marchegiani di Pasquale, Ubaldo Merlini di
Giovanni e Giovanni Spina con i figli Fiore, Antonio e
Domenico, che presto abbandoneranno il padre per darsi
al mare.
Anche l’industria
delle corde e della canapa raggiunge buoni livelli e
permette di soddisfare le esigenze della classe
armatoriale sia locale che forestiera. Accanto ad
individui come Giuseppe Lattanzi di Pasquale, Carlo
Pignati, Marco Merlini di Ciriaco e Marco Sciarra di
Filippo, già appartenenti a famiglie che da tempo si
erano dedicate al commercio di corde e canapa, abbiamo
un consistente numero di uomini indicati come cordari
che, viste le numerose richieste, vanno a monopolizzare
la fornitura ai numerosissimi centri pescherecci del
bacino dell’Adriatico e di altre coste e sono: Giuseppe
Urbinati, i fratelli Gioacchino e Salvatore Urbinati di
Pietro Paolo, Nicola Bartolini, Giuseppe Nico di
Saverio, Filippo Urbinati di Bartolomeo, Gaetano
Caffarini, in attività con suo fratello Francesco,
Innocenzo Giuliani con i figli Antonio e Marco, Pietro
Palestini di Nicola, Pietro Falaschetti, Domenico
Rosetti e suo figlio Silvestro, Antonio Lattanzi di
Pietro, Antonio Merlini di Basso, Giovanni Trevisani di
Filippo Antonio, Nicola Palestini di Giuseppe; i
canapini invece sono: Giovanni Merlini di Benedetto,
Serafino Guidotti, Saverio Sgattoni, i fratelli Gaetano
e Francesco Bianchini, Salvatore Pignati, Emidio Spina,
Agapito Rosetti e suo figlio Filippo, Leandro Rosetti di
Pasquale morto all’estero verso il 1890, Pasquale
Merlini di Antonio, Gioacchino Paolini di Benedetto,
Giustino Falaschetti di Antonio, Raffaele Nico di
Filippo, Camillo Guidotti di Emidio, Romualdo Rosetti di
Domenico, Raimondo Spina di Giacomo, Gioacchino Paci di
Pietro, Raffaele Paci di Giuseppe, Pietro Lattanzi di
Pasquale, Giovanni Battista Collini di Giuseppe, Filippo
Palestini di Nicola e Antonio Assenti talvolta anche
pescivendolo.
La tintura delle reti da pesca, attività
necessaria per irrobustire le fibre, fatta eccezione per
Domenico Spinozzi di Giuseppe, è esclusiva di individui
originari del vicino Abruzzo nelle persone di Gennaro
Scaramazza di Angeloantonio, nativo di Corropoli ed
Emidio Sorgi, originario di Nereto, in attività con
Francesco, suo figlio primogenito, mentre l’altro,
Gaetano, si darà alla navigazione. Sul finire dell’800 a
questa attività si dedicherà anche la famiglia
Fiscaletti ramo Sparrò.
Accanto a Natale e Giovanni Mascaretti
Proto-calafati, esercitano nello squero locale: Carlo
Bruni, Nazzareno Guidotti, Filippo Antonio Iezzi,
Benedetto e Vincenzo Bronzi, Pasquale Spina, Giuseppe
Offidani di Domenico, Luigi Basti di Domenico, Emidio
Crescenzi di Domenico, “calafato navigante”, e Salvatore
Giorgetti di Nicola che poi emigra a La Spezia.
Nell’agosto del 1897 muore,
settuagenario, Michele figlio di Francesco Del Zompo,
capo degli sbarzocchi e la classe dei facchini di
marina rimane orfana di una figura di spicco nell’ambito
di una attività di notevole supporto alla marineria.
Molti di loro sono organizzati in gruppi e provvedono a
tutte le esigenze che l’attività peschereccia richiede e
sono: Mattia Fiscaletti di Michele, Domenico Ricci,
Gioacchino Fidanza, Francesco Cameli di Antonio,
Francesco Giorgetti di Luigi, Domenico Mangiola, Luigi
Cosignani di Pietro, Domenico Rosetti di Luciano,
Bernardino Ricci di Serafino, Fortunato Pandolfi di
Antonio, Giuseppe Palma di Domenico, Cristofaro Mangiola,
Cesareo Palma di Domenico, Pasquale Scartozzi di
Domenico, Antonio Tormenti di Giuseppe, Domenico Ricci
di Nicola, Pietro Crescenzi di Nicola con i figli
Giovanni Battista e Antonio, Natale Ricci con il figlio
Luigi, Domenico Sabatini di Michele, Luigi Romani di
Michele, già marinaro, Antonio Ricci con il figlio
Filippo, Nicola Palma di Michele, Giuseppe Rosetti di
Giacomo Antonio, Vincenzo Marinangeli di Angelo,
Salvatore Ricci di Emidio, Pietro Pignati di Costanzo,
Domenico Del Zompo di Giuseppe, Luigi Palma di Domenico
(pure pescivendolo), Alessandro Palma di Cesareo,
Federico Del Zompo di Domenico detto Lilì, Giuseppe
Antonio Cameli di Francesco, Francesco Giuseppe Fidanza
di Gioacchino, Rocco Nunziato nativo di Francavilla. Tra
loro ci sono anche i cosiddetti sciabicotti
meglio detti “pescatori terrieri”, Bernardino Flamini di
Giuseppe, i fratelli Gioacchino e Giuseppe Spaletra,
Sante Del Zompo di Giuseppe, Francesco Spaletra di
Domenico, Nicola Spaletra e Nicola Ricci di Domenico.
Poiché l’attività
di mare per i sambenedettesi è soprattutto pesca –
l’andar per mare è soprattutto calata e traino di reti
per la cattura – pochi sono i nostri naviganti in giro
per i mari del mondo. Tra loro abbiamo Antonio Cameli di
Francesco, tornato dall’America dopo esservi stato per
molto tempo, Saverio Sciarra di Giuseppe Antonio,
Ciriaco Sciarra di Silvestro, Nicola Sciarra di
Alessandro, Emidio Rosetti di Nicola, Antonio Mosca di
Pasquale, Serafino Romani di Biagio, Emidio Bucci nativo
di Colonnella e Giovanni Giorgetti di Francesco.
I paroni,
nella maggior parte dei casi a
bordo di barche di famiglia, sono: Pasquale Pignati di
Pietro e Nicola Pignati di Pietro, Francesco Latini di
Andrea, Filippo Latini di Luigi, Gioacchino Spazzafumo
di Domenico, Federico Latini di Andrea e Francesco
Saverio Fanesi di Alessandro, morto in mare il 29
gennaio 1895, al comando della Paranza “Umbria”, assieme
al figlio Giacomo ed altri 6 marinai.
La classe marinara
è ben distinta in marinari propriamente detti e in
marinari pescatori che parafrasando De Carolis,
“sembrano i discendenti di antichi popoli protagonisti
del mare” tale è l’audacia, la forza e la fama per il
loro valore; questi marinai sono Pasquale Giorgetti di
Domenico, Domenico Magistrelli di Giovanni, Domenico
Palestini di Giacomo, emigrato a Castellammare Adriatico
(oggi Pescara), Domenico Antonio Scartozzi detto
Tagliavento, Bernardino Guidotti di Pasquale, Bartolomeo
Fanesi di Nicola, Gioacchino Bruni, Andrea Marcelli di
Nicola, Francesco Guidotti di Nicola, Giuseppe e
Pasquale Bergamaschi, Luigi Guidotti di Nicola,
Francesco Patrizi di Venanzo, Raffaele Palestini di
Giuseppe, Tommaso Palestini di Filippo, Nicola Torquati,
Pietro Pignati di Francesco, Giuseppe Palestini di
Carlo, Giuseppe Pignati di Nicola, Domenico Di Carlo,
Gabriele Silenzi di Antonio, Francesco Chiodi di
Domenico, Domenico Spina di Giovanni Battista, Nicola
Guidotti di Andrea, Raffaele Marcelli, Filippo Olivieri,
Emidio Liberati, Giacomo Maccaferro di Pietro, Luigi
Sciarra di Silvestro, Cesareo Spina, Pasquale De Angelis
detto il Pocio, Giuseppe Patrizi di Francesco, Giovanni
Fanesi, Gioacchino Romani di Giovanni, Nazzareno Massi
di Carlo pronto ad emigrare con l’intera famiglia a
Portovenere, Pacifico Paci di Michele, Domenico Pompei
di Luigi, Gioacchino Guidotti di Andrea, Domenico Maloni
di Filippo, Nicola Scartozzi di Domenico, Fortunato
Guidotti di Nicola, Federico Guidotti di Fortunato,
Antonio Pandolfi di Domenico, Nazzareno Maccaferro di
Pietro, Francesco Palestini di Stefano, Silvestro e
Giuseppe Antonio figli di Gabriele Pompei, Emidio
Marcelli, Giovanni Brutti di Giuseppe, detto Cerulì,
originario di Monteprandone, Nicola Liberati di Michele,
Andrea Merlini di Emidio detto Lucì, Pasquale
Voltattorni di Benedetto detto Zipì, Nicola Palestini di
Giuseppe, Serafino Palma, Vincenzo Torquati di Filippo,
Gioacchino Silenzi di Antonio, Giuseppe Paolini di
Egidio, Giovanni Romani di Domenico detto Cardinà, Luigi
Romani di Biagio, Pietro Bracaletti di Tommaso, Nicola
Spazzafumo di Domenico, Alessandro Marcelli di Nicola,
Giacomo Lagalla di Luigi, Felice Paci di Filippo,
Giuseppe Bruni di Pasquale Antonio, Nicola Trevisani di
Benedetto, Pietro Sciarra di Filippo, Giuseppe Massetti
di Domenico, Nicola Lagalla di Pasquale, Nicola Paci di
Pasquale, Nicola Offidani di Antonio, Domenico Rosetti
di Nicola, Giuseppe Contessi di Filippo Antonio, Luigi
Balloni e suo figlio Nicola, Pasquale Merlini di Filippo
Antonio, Flaviano Pandolfi di Domenico, Michele Paci di
Pacifico, Pietro Paci di Domenico Antonio, Giuseppe
Pompei di Domenico, Nicola De Angelis di Bernardo,
Giuseppe Mazza di Mattia, Mattia Mazza di Callisto,
ormai inattivo, e suo figlio Nazzareno, Nicola Calabresi
di Tommaso, Nicola Antonio Bruni di Bernardo, Stefano
Palestini di Nicola, Antonio Palestini di Stefano,
Giovanni Mazza e suo figlio Francesco, Ascanio Valentini,
originario di Silvi, Giovanni Rosetti di Pietro, Luigi
Spaletra di Bartolomeo, Pasquale Spazzafumo di Domenico,
Domenico Bergamaschi di Natale, Benedetto Paci, detto
Belò, Giuseppe Antonio Mascaretti da Grottammare,
Lorenzo Palestini di Andrea, Luigi Marcelli di Andrea,
Filippo Collini di Giovanni Battista, Serafino Torquati
e suo fratello Giovanni, Giuseppe Vecchiola di Francesco
Saverio, Donato Cupido, originario di S. Vito Chietino,
Vincenzo Fanesi di Bartolomeo, Giuseppe Spina di Antonio
e Francesco Guidi di Antonio.
Diversamente i
marinari pescatori, secondo esplicita indicazione,
sono: Pasquale Guidotti di Nicola, Luigi Mosca di
Antonio, Liborio Mazza di Giuseppe, Nicola Giorgetti di
Domenico, Filippo Merlini di Marco, Luigi Quondamatteo
di Giacomo, originario di Porto S. Giorgio, Francesco
Ricci di Giovanni, Eugenio Rosetti, morto in mare nel
1869, Pasquale Palestini di Nicola, Salvatore Neroni,
alias Mezzanotte, Domenico Rausei di Giovanni Battista,
Antonio Badaloni, Saverio Mazza, Giuseppe Re di
Domenico, Benedetto Renzetti di Leonardo, emigrato a La
Spezia nel 1897, Davide Mosca, Antonio Guidotti,
Francesco Romani di Serafino, Nicola Latini di Andrea,
Giuseppe Spazzafumo di Domenico, Giuseppe Liberati di
Michele, Camillo Paolini di Nicola, Tommaso Latini di
Andrea, Francesco Basti di Domenico Benedetto, Saverio
Rosetti di Nicola, Antonio Palestini di Giacomo,
Gabriele Pompei di Filippo Antonio, Tommaso Spazzafumo
di Domenico, Francesco Sciarra di Ciriaco, Pietro
Guidotti di Fortunato, Giuseppe Voltattorni di
Benedetto, Pasquale Rosetti di Eugenio, detto Barù,
Tommaso Marcelli di Giuseppe, morto naufrago nel 1880,
Antonio Bracaletti di Ciriaco, Giuseppe Guidotti di
Nicola, Filippo Guidotti di Nicola, Nicola Guidotti di
Ruggero, Giovanni Basti di Domenico, Paolo Palestini di
Saverio, Cesare Liberati di Pasquale, Venanzo Patrizi di
Francesco, Antonio Guidotti di Pasquale, Giacomo Pignati
di Costanzo, Benedetto Antonio Pandolfi di Antonio,
Ireneo Latini di Angelo, naufrago nel 1887, Pasquale
Contessi di Giuseppe, Francesco Balloni di Nicola,
Raffaele Malatesta di Nicola, Pasquale Liberati di
Michele, Nicola Di Carlo di Giuseppe, Giovanni Battista
Paolini di Benedetto, Giovanni Bruni di Bernardino,
Luigi Pompei di Filippo Antonio, Giovanni Battista
Collini di Marco, Giuseppe Patrizi di Venanzo, Giorgio
Romani di Domenico, Domenico Pompei di Filippo Antonio,
Tommaso Antonio Antonelli di Bernardino, Pasquale Spina
di Domenico, Serafino Romani di Domenico, Giovanni
Battista Spina di Domenico, Bernardino Latini di Andrea,
Benedetto Patrizi di Venanzo, Giovanni Battista Consorti
di Bartolomeo, Raffaele Consorti di Giovanni Battista,
Damaso Angelini, ormai in pensione, Nicola Balloni di
Francesco, Francesco Saverio Vecchiola di Giorgio,
Nazzareno Trevisani e suo figlio Sebastiano, Giuseppe
Biondi e suo figlio Benedetto, Illuminato Palestini di
Saverio, Giacomo Brandimarti di Giovanni, Filippo
Antonio Trevisani di Giuseppe, Gaetano Olivieri di
Filippo, Raffaele Re di Domenico Antonio, Pietro
Maccaferro di Antonio, Luigi Spazzafumo di Eugenio,
Filippo Liberati di Michele, Federico Merlini di
Pasquale, Giuseppe Illuminati di Melchiorre, Domenico
Palestini di Pietro, Antonio Bruni di Bernardo, Giovanni
Palestini di Benedetto, Luigi Romani di Domenico,
Pasquale Mosca di Antonio, Nicola Maccaferro di Antonio,
Nazzareno Palestini di Benedetto, Francesco Liberati di
Michele, Pietro Tancredi di Domenico, Giacomo Malatesta,
inattivo per vecchiaia, Domenico Illuminati di
Melchiorre, Saverio Palestini di Paolo, Ferdinando
Palestini di Antonio, Andrea Guidotti di Nicola e il
pensionato Giuseppe Trevisani di Filippo Antonio.
Per quanto riguarda le donne
sambenedettesi del tempo, quelle identificabili
all’interno del contesto marinaro svolgono quelle due o
tre attività prevalenti e cioè lavorano e confezionano
le reti, tessono e filano – ogni abitazione, infatti, è
dotata di telaio, spaghi, fili e linguette – ed
ovviamente vendono il pesce. Le retaiuole sono:
Teresa Del Zompo in Guidotti, Maria Patrizi vedova di
Giuseppe Ricci, Felicia Merlini in De Angelis, Domenica
Ricci in Mosca, Maria Perotti in Lattanzi, Pasqua
Consorti vedova di Domenico Antonio Castelli, Benedetta
Fraticelli vedova di Nicola Rosetti e Pasqua Meo vedova
di Filippo Antonio Trevisani.
Le tessitrici:
Vincenzetta Mascaretti di Pietro, Maria Marconi in
Pulcini, Ernesta Del Zompo in Ricci, Giuseppina
Magistrelli in Libbi, Annunziata Palestini in Romani,
Maria Assunta Paci in Spaletra, Teresa Bollettini in
Marinangeli, Domenica Ricci in Fiscaletti, Maddalena
Moretti vedova di Nicola Marcelli, Luisa Latini in
Contessi, Tomassina Trevisani in Liberati, Anna Saveria
Mazza in Romani, Maria Colli in Spina, Nicolina Angelini
in Patrizi, Matilde Contessi in Consorti, Maggiora
Massetti in Balloni, Maria Liberati in Trevisani, Maria
Capralini in Biondi, Teresa Fanesi in Brandimarti,
Pasqua Matilde Romani in Spazzafumo, Maria Talamonti in
Merlini, Annunziata Sciarra in Liberati, Carmela Paolini
in Balloni, Faustina Trevisani in Malatesta, Maria Palma
Liberati in Valentini, Francesca Traini in Spazzafumo,
Chiara Angelini in Fanesi, Maddalena Novelli in Libbi,
Pasqua Fiscaletti in Paci, Maria Orazi in Giorgetti,
Beatrice Guidotti in Fanesi.
Le filatrice
sono il numero più consistente: Irene Feliziani in
Palestini, Teresa Spazzafumo in Lagalla, Lauretana
Fidanza in Caselli, Vincenza Merlini di Ubaldo, Maria
Molinari di Bartolomeo, Maria Pianella vedova Lagalla,
Splendora Paolini in Silenzi, Elisia Re vedova
Spagnolini, Rosa Mosca vedova di Pacifico Giostra,
Anastasia Grossi, Serafina Guidi vedova Merlini,
Elisabetta Scipi vedova Falaschetti, Maria Merlini
vedova Palestini, Maria Lacchè, Clementina Palestini
moglie di Natale Mascaretti, Angela Graziosa Novelli,
Maria Angela Merlini in Palestini, Bernardina
Falaschetti vedova Sciarra, Carolina Papetti vedova
Renzetti, Maria Palestini in Marcelli, Pacifica Assenti
in Sciarra, Clementina Sgattoni, Clementina Lagalla,
Francesca Chiodi in Pompei, Virginia Massi in Guidotti,
Anna Merlini in Maloni, Marianna Allevi in Scartozzi,
Benedetta Biondi in Guidotti, Giacoma Brutti in Guidotti,
Anna Paolini in Pandolfi, Rosa Palestini in Renzi, Lucia
Pulcini in Palestini, Caterina Spina vedova di Vincenzo
Vecchiola, Matilde Bruni in Offidani, Adelaide Grossi in
Basti, Filomena Bracaletti in Basti, Anna Rosa Romani in
Papetti, Paolina Montini in Iezzi, Maria Nicolai in
Voltattorni, Carmelitana Patrizi vedova Pianella, Angela
Dea Patrizi in Ricci, Domenica Patrizi vedova di
Pacifico Bracaletti, Annunziata Traini in Marcelli,
Maria Massetti in Merlini, Carolina Occhialini in
Merlini, Matilde Mazza in Voltattorni, Annunziata
Pignati in Palestini, Clementina Bergamaschi in Palma,
Serafina Ricci in Moretti, Eurosia Palestini in Rosetti,
Rosa Traini in Pulcini, Matilde Ricci in Del Zompo,
Vittoria Marinangeli in Torquati, Maria Guidotti in
Silenzi, Letizia Del Zompo in Paolini, Benedetta
Napoleoni in Romani, Nicolina Ascolani in Romani,
Marianna Tormenti vedova di Ciriaco Bracaletti, Maria
Stella Albanesi in Guidotti, Lucia Spaletra in Guidotti,
Clementina Cappelletti in Ricci, Rita Voltattorni in
Lacchè, Carolina Paci in Merlini, Benedetta Chiodi in
Paci, Marianna Calabresi in Trevisani, Teresa Piattoni
vedova di Filippo Sciarra, Maria Collini in Patrizi,
Giovanna Collini vedova di Luigi Paolini, Pasqua
Tancredi in Paci, Teresa Olivieri vedova di Nicola
Guidotti, Angela Rosa Spina vedova di Pietro Mazza,
Annunziata Marcelli in Latini, Teresa Accurti in Balloni,
Irene Natali in Malatesta, Vittoria Pignati in Di Carlo,
Maddalena Contessi in Bruni, Mariangela Merlini in
Pompei, Annunziata Biondi in Collini, Maria Fanesi in
Sciarra, Aloisia Rosetti in Maccaferro, Amalia Trevisani
in Pompei, Pasqua Balloni in Antonelli, Cecilia
Trevisani in Spina, Annunziata Paci in Latini, Benedetta
Urbani vedova di Luigi Assenti, Petronilla Napoleoni
vedova di Giovanni Battista Consorti, Annunziata
Marchegiani in Vecchiola, Costantina Biondi in
Trevisani, Apollonia Liberati in Biondi, Maria Pompei in
Palestini, Maddalena Paci in Olivieri, Emilia Rosetti in
Re, Emidia Biondi in Maccaferro, Beatrice Trevisani
vedova di Luigi Spazzafumo, Maria Palestini in Liberati,
Maria Rosetti di Nicola, Elisabetta Lagalla in
Illuminati, Anna Trevisani in Contessi, Teresa Giostra
vedova di Alessandro Palestini, Amalia Mazza in Bruni,
Francesca Magistrelli in Romani, Faustina Caffarini in
Mosca, Rosa Magistrelli in Palestini, Angela Maria
Novelli in Guidotti, Domenica Sansolini in Rosetti,
Maria Sciarra vedova di Davide Virgili, Anna Paci in
Balloni, Maria Massi in Merlini, Maria Urbani in Paci,
Benedetta Sciarra in Pompei, Matilde Bruni in De
Angelis, Angela Liberati in Paci, Barbara Spina vedova
di Giovanni Battista Massetti, Maria Ameli in Lattanzi,
Maria Fruttola Guidotti vedova di Nicola Spazzafumo,
Maddalena Spina vedova di Domenico Tancredi, Serafina
Biondi in Collini, Albina Collini in Tancredi, Maria
Trevisani in Mazza, Domenica Trevisani vedova di Nicola
Palestini, Maria Merlini in Calabresi, Maria Innocenza
Romani in Palestini, Anna Rosa Sciarra in Mazza,
Clementina Novelli vedova di Pietro Buttafoco, Benedetta
Tremaroli vedova di Giacomo Piunti, Maddalena Sgattoni
in Spaletra, Violante Silenzi in Bergamaschi.
Le pesciarole,
caratterizzate dalla voce acuta in grado di incanalarsi
lungo ogni vicolo sono: Maria Assenti in De Angelis,
Annunziata Fidanza in Consorti, Maria Romani, Francesca
Amadio vedova Grossi, Clementina Rosetti moglie di
Francesco Rosetti pontoniere al Tronto, Clotilde
Marinangeli vedova Libbi, Maria Merlini vedova di Nicola
Marchegiani, Filomena Torquati in Papetti, Teresa
Merlini vedova di Michele Romani, Concetta Scipi vedova
di Luigi Liberati, Pasqua Bruni in Marinangeli,
Maddalena Ricci in Rosetti, Angela Rosa Paolini vedova
di Angelo Marinangeli, Tomassina Timperi in Merlini.
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Onomastica de’ Legni
(…) due barche identiche hanno
comportamenti e temperamenti diversi (…) Così scrive
Giancarlo Costa, in “Misteri e leggende del mare”
(“L’olandese volante”), per sottolineare l’unicità, la
personalità e la singolarità di ogni imbarcazione a
prescindere dal fatto che a ciascuna di esse – e non a
caso – appartenga, in maniera esclusiva un nome, un
atto di nascita, un battesimo, un destino e, infine, un
atto di morte.
Così come la vita dell’uomo è registrata
dallo “Stato Civile” che documenta e conserva gli atti
relativi a tutti i cittadini, anche la vita delle barche
è scandita da una serie di carte che ne comprovano il
nome, l’esistenza in vita, le caratteristiche, la morte.
Barche, battelli ed altri galleggianti
esercitanti la pesca costiera non muniti dell’atto di
nazionalità – secondo quanto stabilito dal Codice per la
Marina Mercantile sin dal 1865 – dovevano essere
registrate con un numero progressivo di iscrizione che,
assieme al nome, doveva essere dipinto in modo ben
visibile sui lati esterni dell’imbarcazione, oltre ad
essere trascritto su ciascuna licenza di pesca.
Precedentemente, sotto il governo dei
papi, la normativa in materia di legni pescherecci non
si discostava di molto e una capillare diffusione di
“uffici di porto” regolamentavano l’attività marinara;
si erano già stabiliti criteri e condizioni di
registrazione e di denominazione delle barche, intestate
perlopiù alla Madre Celeste o comunque a santi, locali e
non, a nomi femminili appartenenti a madri, mogli o
figlie dei proprietari e/o comproprietari che a San
Benedetto erano: Nicola Grandoni, Alessandro Sciarra,
Ciriaco Merlini, Luigi Ascolani, Antonio Voltattorni,
Giacomo Palestini, Giuseppe Merlini, Anna Saveria
Novelli in Sciarra, Giuseppe Fiorani ed altri. Questi
armatori locali, censiti durante la seconda metà
dell’800, avevano dato alle proprie paranze nomi quali:
“Madonna Addolorata”, “Madonna del Carmine”, “Anime del
Purgatorio”, “SS. ma Trinità”, “S. Nicola”, “Sant’Anna”,
“Sant’Andrea”, “S. Giuseppe”, “S. Benedetto”, “S.
Francesco”, “Santa Maria”, “SS. Pietro e Paolo”,
“Teresa”, “Luigia”, “Matilde”, “Virginia”, “Isabella”,
“Annunziata”, tutti scritti sui fianchi di ciascuno
scafo insieme ai caratteristici vivaci ornamenti
ondulati.
Per le barche più piccole, dalle lancette
alle sciabiche, senza distinzione di tipologia e
tonnellaggio, i nomi differivano in base alla
collocazione geografica e alla devozione verso il santo
patrono o protettore locale così, mentre sulla nostra
spiaggia si trovava frequentemente “S. Benedetto” in
onore del nostro martire, o “S. Francesco” per la
devozione dei nostri pescatori a S. Francesco di Paola,
a Marano si aveva “S. Basso”, al Porto di Fermo “S.
Giorgio”, “Madonna delle Grazie” e “S. Gaetano”, a
Civitanova “S. Marone”.
Il Commissario di Sanità, Leandro Anelli,
in una nota inviata alla Comunità di S. Benedetto, il 17
luglio 1850, elenca i nominativi dei “Paroni da
Commercio e da pesca” in attività di servizio in quel
momento: Pietro Spazzafumo di Giorgio, Ciriaco Sciarra
di Silvestro, Pasquale Re di Domenico, Antonio
Spazzafumo di Domenico, Emidio Spina di Giovanni
Battista, Nicola Pignati di Giuseppe, Emidio Silenzi di
Antonio, Gioacchino Guidotti di Luca Andrea, Francesco
Pignati di Pietro Antonio, Giuseppe Spazzafumo di
Domenico, Francesco Cavicchia di Domenico, Domenico Di
Carlo di Giuseppe, Pasquale Sciarra di Domenico, Luigi
Guidotti di Nicola, Francesco Latini di Andrea,
Fortunato Guidotti di Nicola, Filippo Guidotti di
Nicola, Domenico Palestini di Pietro, Antonio Palestini
di Giuseppe, Nicola Giorgetti di Domenico, Tommaso
Caffarini di Silvestro, Nicola Malatesta di Raffaele,
Bernardino Guidotti di Andrea, Pasquale Spina di
Domenico, Giuseppe Assenti di Giuseppe, Nicola
Spazzafumo di Pasquale, Domenico Antonio Mosca di
Pasquale, Francesco Merlini di Benedetto, Domenico
Giorgetti e Bernardino Guidotti di Nicola.
Trent’anni più tardi, in un censimento
scrupoloso e più puntuale redatto nel 1880 dal locale
ufficio di porto – non ancora Capitaneria né tantomeno
Ufficio Circondariale – si contano 24 paranze o
bilancelle che tagliavano le acque del mare mostrando in
bella vista, oltre agli “occhioni di prora”, il proprio
nome. Permane a quest’epoca la tradizione di intestare i
galleggianti a nomi di santi – fra tutti il nostro “S.
Benedetto” – ma anche con nomi propri di persona, città
e nazioni oltre che con nomi benaugurali come “La Pace”
o “La Concordia”. Le ormai numerose lancette (oltre
cento), dal canto loro, si caratterizzano con nomi
mitologici come “Giunone”, “Omero”, “Ettore”, nomi di
grandi condottieri come “Costantino”, “Napoleone”,
“Ventidio” o nomi della cultura e tradizione cristiana
come “Loreto”, “Madonna della Pietà” e, con riferimento
a Lepanto, “Madonna della Vittoria”. Con la definitiva
affermazione della festa della Madonna della Marina
diverse intestazioni sono rivolte a quest’ultima
caratterizzando sempre più la devozione locale. Mancano
ancora nell’onomastica delle barche sambenedettesi i
nomi derivanti dai soprannomi di famiglia, o i nomi dei
genitori degli armatori, usanza questa che si
concretizzerà, divenendo una consuetudine, solo a
novecento inoltrato. |