La guerra tra gondolieri in tribunale. I
testimoni: «Terrore dilagante»
Due fratelli dello stazio di Santa Maria del Giglio
sono accusati di atti persecutori. Loro respingono
tutte le accuse
diGiorgio
Cecchetti
VENEZIA. Avevano sparso il terrore nei vari stazi,
eppure i gondolieri non sono certo delle mammole. Questo
hanno raccontato al giudice monocratico del Tribunale
Irene Casol ben quattro «pope», tre testimoni e la parte
offesa, in questo processo a due fratelli gondolieri,
Swan e Seriano Galli, 29 e 36 anni, in servizio allo
stazio di Santa Maria del Giglio. Devono rispondere di
atti persecutori nei confronti di un loro collega di San
Marco Vallaresso, Luca Pinzon, il quale stanco dei
soprusi che avrebbe subito dai due li aveva denunciati.
In aula, sollecitato dalle domande del suo legale,
l’avvocato Vincenzo Di Stasi, che si è costituito parte
civile, ha raccontato quello che in varie occasioni i
fratelli Galli gli avevano contestato: si erano
arrabbiati e non gli davano pace semplicemente perché
lui aveva smesso di salutarli. Aveva deciso di chiudere
con loro - ha spiegato al giudice - dopo che aveva
saputo dell’aggressione subìta da un collega dello
stazio del Bauer sempre da parte degli imputati. Prima
della denuncia avrebbe subito le loro aggressioni per
due anni, nel 2012 e nell’anno seguente: lo avevano
atteso sotto casa, quindi lo avrebbero colpito con un
pugno al viso durante il tragitto in vaporetto, dove
casualmente li aveva incontrati, e, infine, anche quando
li aveva incrociati in gondola - a bordo c’erano alcuni
turisti - lo avevano sospinto con il remo contro il muro
di un palazzo rischiando di fargli perdere l’equilibrio
e di farlo cadere in canale. I gondolieri che hanno
testimoniato hanno riferito altri episodi di cui
sarebbero stati vittime un altro loro collega e un
ganzer di un altro stazio e uno di loro ha parlato di
«terrore dilagante» imposto dagli imputati grazie al
fatto che da giovani tiravano di boxe e con i pugni si
sarebbero fatti rispettare. L’udienza conclusiva sarà il
16 luglio e quel giorno sfileranno i testimoni della
difesa, prima degli interventi del pubblico ministero
Alessia Tavarnesi, dell’avvocato di parte civile Di
Stasi e del difensore, l’avvocato Andrea Bodi. Swan e
Seriano Galli negano decisamente le accuse, sostengono
di non aver mai aggredito Pinzon e smentiscono che si
sarebbero arrabbiati per il fatto che la parte offesa
non li salutava più. Ritengono che tutto vada
ricollegato alla rissa che nell’estate del 2012 era
scoppiata tra i gondolieri di San Marco e quelli di
Santa Maria degli Giglio. In quell’occasione erano
addirittura comparsi un coltello e un manganello. Per
quello scontro è in corso un altro procedimento penale
per minaccia aggravata.
La Nuova Venezia 26 3 2015
Gondole, obbligo di targa due multe il primo giorno.
La Nuova Venezia 9 12 2014 , Alberto Vitucci
Comunque nessuna "rivoluzione" i numeri
di licenza c'erano sempre stati
Tullio Cardona Il Gazzettino 21 settembre 2014
I gondolieri con Umberto Veronesi nella lotta ai
tumori
«Per 20 anni ho avuto casa a Venezia, a Santa
Maria Formosa: dalle finestre ammiravo i
gondolieri in azione».
Umberto Veronesi, ieri sera all'hotel Monaco, ha
ripercorso i suoi passati veneziani. «Una città
che amo particolarmente - ha aggiunto - qui
hanno preso vita alcune importanti iniziative
assieme a Rita Levi Montalcini».
Il luminare, direttore scientifico dell'Istituto
europeo di oncologia, è tornato a Venezia per
ricevere la donazione di 30mila euro da parte
dell'Associazione dei gondolieri: sono stati
devoluti, infatti, alla Fondazione Veronesi, per
il progetto "Gold for Kids", (oro per i
bambini). I "pope" sono stati la prima
associazione in Italia ad aderire fin dal marzo
scorso a quanto Veronesi proponeva un protocollo
pediatrico per bambini fino ai 14 anni e per
adolescenti dai 15 ai 19, colpiti da tumore.
Alla cerimonia di consegna del contributo, oltre
ad Umberto Veronesi e ai volontari della sezione
veneziana della sua Fondazione, era presente una
rappresentanza dei gondolieri con la maglietta
"Io vogo per la ricerca".
«Abbiamo il dovere di credere nel futuro - ha
aggiunto Veronesi - I gondolieri rappresentano
il simbolo di Venezia, perciò ogni loro azione
solidale e benefica raffigura l'anima della
città intera».
Veronesi ha invitato i reparti pediatrici a
riservare posti anche per gli adolescenti,
spesso trasferiti fra gli adulti anche se non
ancora uomini. «Sono particolarmente orgoglioso
della risposta di tutti i gondolieri - ha detto
Aldo Reato, loro presidente - Invio un mio
personale pensiero alle famiglie coinvolte dalla
malattia e a quei bambini che ogni giorno
lottano per il loro domani».
Ricerca, i gondolieri donano 30mila euro a Veronesi
Il contributo al progetto Gold for Kids. La consegna è
avvenuta in città, presente il famoso oncologo
VENEZIA. Prima associazione in Italia ad aderire con
30mila euro al progetto della Fondazione Veronesi, i
gondolieri hanno consegnato nelle mani del professor
Umberto Veronesi un assegno di 30mila euro, quale
contributo al progetto 'Gold for Kids'. La cerimonia è
avvenuta in città, presente lo stesso Veronesi, la
delegazione veneziana della «Fondazione Veronesi» e una
rappresentanza dei gondolieri con la maglietta,
indossata dallo scorso marzo nelle manifestazioni non
ufficiali, con la scritta «Io vogo per la ricerca».
Nel ringraziare l'associazione dei Gondolieri, Veronesi
ha sottolineato come rappresentino il simbolo di
Venezia, perciò ogni loro azione solidale e benefica
raffigura l'anima della città intera. «Abbiamo il dovere
di credere nel futuro - ha aggiunto Veronesi - un domani
che deve vedere l'impegno di tutti per combattere le
patologie oncologiche». 'Gold for Kinds' è un'iniziativa
rivolta alla realizzazione di un protocollo pediatrico
per bambini fino ai 14 anni e per adolescenti dai 15 ai
19, colpiti da tumore.
«Ci è parso doveroso contribuire a chi lavora con tanto
impegno contro una malattia così difficile - ha
sottolineato Aldo Reato, presidente dei Gondolieri -
peraltro con azioni rivolte ai giovani. Sono
particolarmente orgoglioso della risposta dimostrata da
tutti i gondolieri, che non hanno lesinato il loro
sostegno per una così giusta causa. Invio un mio
personale pensiero alle famiglie coinvolte dalla
malattia e a quanti ogni giorno lottano per il loro
futuro e spesso anche per la vita».
In gondola a Carnevale: "Striscia" scopre altre
furbate dei pope
VENEZIA - Lospauracchio
dei gondolieriè
diventato Moreno Morello,il
giornalista padovano, inviato del tg satiricoStriscia
la Notizia, che ha compiuto una nuova
incursione e smascheratoaltri
gondolieri pizzicati con tariffe gonfiateo
corse "tagliate" per i turisti durante il periodo del
Carnevale.
Il servizio doveva andare in onda ieri sera, ma è stato
rinviato di 24 ore (palinsesto permettendo). Morello ha
controllato in laguna i tabelloni che il Comune ha messo
nei23 stazi con le tariffe esatteper
evitare le truffe deipope
disonesti. Il caso era scoppiato due anni
orsono quando a una coppia di russi furono chiesti ben
400 euro per un giro in gondola.
CosìMoreno
Morellosmascherò
5 furbetti in un servizio del 25 maggio 2012: scandalo.
Ma altri gondolierici
ricascano e il 12 febbraio 2013 eccola
seconda "volta", proprio durante il Carnevale: un
gondoliere intasca 200 euro ancora prima di partire per
un giro che si interrompe dopo un’ora a causa della
neve. Per la truffa ai russi e per la vogata sotto la
neve due gondolieri sono stati puniti con un mese di
sospensione, mentre i bancali comminano a 6 iscritti 5
giorni, massimo della sanzione.
Ora si attende l'ennesima... prova tv, come nel calcio,
ma se così fosse la recidiva (e la figuraccia) sarebbe
mondiale.
Il gazzettino Venerdì 7 Marzo 2014
Test antidroga volontario per 23
pope, la nuova Venezia 26 2 2014
Faida fra gondolieri: pestato a
sangue. Il Gazzettino 14 febbraio 2014
Antonio
Maschio Gondoliere letterato, Dal Libro Venezia
Ricorda di Aldo Andreolo e Elisabetta Borsetti,
Le altane, Venezia 1999
Spara al barista dopo la lite per lo spritz: arrestato
un gondoliere
Agguato nel locale “Al collo di Modì” in via Garibaldi.
Alessandro Pellegrini voleva vendicarsi perché un paio
d'ore prima era stato rimproverato per aver rovesciato
uno spritz
VENEZIA. Sparatoria a Venezia: un uomo ha esploso due
colpi ferendo il barista di un noto locale di Via
Garibaldi, nel sestiere di Castello. Dopo qualche ora di
indagini la polizia ha chiuso il cerchio attorno a un
gondoliere, arrestato per il tentato omicidio.
Aggiornamento ore 22. È stato arrestato con
l'accusa di tentato omicidio volontario aggravato l'uomo
portato nel pomeriggio in questura a Venezia perché
sospettato di aver ferito con un colpo di pistola un
barista mentre si trovava dietro il bancone del locale.
Si tratta di un gondoliere veneziano, Alessandro
Pellegrini, 34 anni, che avrebbe pianificato l'agguato
dopo un diverbio con il barista. Verso le 11 infatti
Pellegrini, già alticcio, aveva ordinato uno spritz e lo
aveva rovesciato, ricevendo i rimproveri del barista. Al
quale ha giurato vendetta. Dopo poco più di un'ora è
tornato nel bar ha sparato i due colpi. La polizia lo ha
aspettato davanti a casa, e lo ha fermato quando è
tornato con il barchino: indossava gli stessi abiti con
i quali era entrato in bar.
L'agguato alle 12.45.Il
fatto di sangue è avvenuto all’interno del bar “Al collo
di Modì”, in via Garibaldi, gestito da un barista di
origine egiziana. Anche il banconiere, Amir, è di
origine egiziana e lavora nel locale rilevato
dall'attuale gestore da pochi mesi. Si trovava dietro al
bancone quando, verso le 12.45, un uomo con il volto
coperto da una pashmina è entrato senza salutare
nessuno. L'aggresore si è avvicinato e dopo due passi ha
estratto una pistola dalla cintura puntandola verso
l’egiziano. L'ha inquadrato e ha esploso due colpi ad
altezza d’uomo. Il barista, però, non appena vista
l’arma ha tentato di gettarsi a terra.
Le ferite.Amir
è stato ferito al collo. Di sicuro almeno un proiettile,
dei due esplosi, l'ha colpito. Ma altre ferite sono
state causate dai tagli provocati dai cocci dei
bicchieri rotti mentre l’uomo si gettava a terra per
cercare riparo. Il barista non è in gravi condizioni.
Le indagini. Gli investigatori della squadra
mobile, guidati da Marco Odorisio, ha deciso di agire in
tre direzioni. Una squadra ha raccolto i racconti dei
testimoni presenti nel bar e in via Garibaldi. Molte
persone erano attorno al locale per l'aperitivo e hanno
assistito alla scena. Un altro gruppo di agenti ha
analizzato i filmati delle telecamere di sicurezza in
zona. Un terzo gruppo ha scavando nella vita della
vittima. Il barista di origine egiziana è attivo in zona
da tempo e non pare avere mai avuto alcun tipo di
problema.
La Nuova Venezia 18 9 2013
Rissa a colpi di bastone tra
gondolieri, Alberto Vitucci, La Nuova Venezia 2
8 2013
VENEZIA. Botte da orbi al traghetto di San Tomà. Una
rissa in piena regola con pugni, spintoni e colpi di
bastone. Protagonisti tre gondolieri del traghetto, che
davanti ai passeggeri alibiti se le sono date di santa
ragione, urlando improperi. Nuovo caso di violenza che
coinvolge la categoria di lavoratori più famosa nel
mondo. L’episodio è accaduto qualche giorno fa allo
stazio di San Tomà, uno dei più trafficati della città,
che congiunge l’area di San Tomà-piazzale Roma con Santo
Stefano e San Marco.
Due gondolieri, visibilmente alterati a detta dei
testimoni presenti, hanno cominciato una discussione
presto degenerata, coinvolgendo il terzo. Pugni e colpi
di bastone, servizio interrotto. Sono stati gli stessibancalidel
traghetto a inviare una relazione denuncia all’Ente
Gondola e ad attivare la commissione di disciplina. Che
nella riunione dell’altra sera ha deciso di aprire un
procedimento a carico dei tre.
«Episodio grave, occorre intervenire subito con
severità», si limitano a commentare all’Ente Gondola. I
tre adesso sono stati convocati per essere ascoltati
dall’organismo di disiciplina, che potrebbe decidere
entro qualche giorno. Rischiano una sospensione della
licenza. Tutto mentre i gondolieri che si danno da fare
per rilanciare l’immagine della categoria sono
nell’occhio del ciclone per un altro episodio
imbarazzante. Il pestaggio attuato da un sostituto del
traghetto del Giglio a carico di due turisti la sera del
Redentore. «Sono stati loro a picchiarmi», avrebbe
sostenuto il gondoliere ascoltato dalla commissione di
disciplina. Smentito però dai testimoni, compresi alcuni
suoi colleghi. Qui la commissione ha deciso di non
intervenire. Non possono esser presi provvedimenti,
infatti, nei riguardi di gondolieri che non abbaino la
licenza comunale. Ed è il caso del sostituto accusato
del pestaggio. Bisognerà anche attendere, hanno spiegato
i commissari, l’esito della denuncia penale sporta dai
due turisti contro il gondoliere, che la sera del
Redentore aveva deciso di riportarli a riva nel bel
mezzo dello spettacolo, arrivando alle mani quando i
passeggeri si erano rifiutati di pagare il servizio reso
soltanto a metà.
Nella riunione dell’altra sera infine è stato esaminato
il caso di Gioia Boscolo, la prima gondoliera con
licenza, figlia d’ate, in servizio al traghetto di San
Tomà. Esposto attivato da un professionista veneziano
che accusava la donna di non aver svolto il servizio di
traghetto e di averlo fatto attendere. «Ero al cambio
del turno», si è difesa la gondoliera. Che ha raccolto
centinaia di firme di veneziani che testimoniano della
sua attenzione nello svolgere il servizio.
Giorgia nei guai: "Tratta male i clienti", La prima donna
al remo convocata dal consiglio di disciplina, Tullio
Cardone Il gazzettino 23 7 2013
Il Sostituto "violento" occupa gli uffici dell'ente
gondola, Tullio Cardona, Il Gazzettino 25 7 2013
Botte e minacce da un gondoliere, Tullio Cardona, Il
Gazzettino 23 7 2013
Denunciato il gondoliere
"boxeur" Spintoni e pugni a due coppie nella notte del
Redentore. "Siamo indignati, porteremo in tribunale
anche l'Ente Gondola", Giovanni Monforte, La
Nuova Venezia 23 7 2013,
Gondola di rappresentanza messa
all'asta per fare cassa, La Nuova Venezia 9 7 2013
Sottoporre i gondolieri a esami e test psicofisici,
La nuova Venezia 5 7 2013
Venezia, ai gondolieri test a sorpresa
per droga e alcol, La Repubblica 5 7 2013
Alcuni video "divertenti" dei
gondolieri
Per rifarci un po' la bocca
Il "nonnismo" dei pope va su
Youtube
«Vuoi fare il gansèr? Tuffati e nuota»
Alcuni gondolieri dello stazio di San Marco prendono in
giro
un uomo che aveva chiesto di ottenere il patentino e
lavorare
Mercoledì 26 Giugno2013
VENEZIA - Un paio di gondolieri dello stazio di San
Marco che si diverte a inscenare un finto esame da "gansèr",
convincendo un poveretto amettersi
in mutantee
calarsi nelle sporche acque della laguna davanti allo
stazio del Molo. Il malcapitato, all’apparenza una
persona in difficoltà, sembra credere di ottenere così
un
patentinoche
gli consenta di lavorare negli stazi.
«Ma poi con sta roba qua lavoro sempre?» chiede
sorridente. «Ti fai dare il tesserino dall’ente gondola
e ti metti d’accordo con gli stazi» rispondono i pope
che proseguono la pantomima per sette, lunghissimi
minuti. L’uomo continua a sorridere, si distende
nell’acqua, prima su un gradino semisommerso, poi in uno
più in basso. «Bravo, hai superato la prova» gli dicono
i gondolieri, che prima lorisciacquano
con la pompa,
poi lo asciugano con le sudicepelli
di dainousate
per lustrare le gondole. Immagini choc, destinate a
gettare fango su una categoria che dovrebbe
rappresentare la tradizione veneziana.
Messe su Youtube e su Facebook, probabilmente dagli
stessi autori, hanno già scatenato le reazioni sdegnate
di tante persone. Tant’è chenel
pomeriggio di ieri erano state rimosse.
"Prova
di nuoto per gansèr",
con tanto di cognome del malcapitato, il titolo scelto
per il video, dove si riconoscono bene i volti degli
autori. Immancabili le battute sul "nero", probabilmente
per rendere più credibile la burla. «Questa resta una
roba inter nos - spiegano i pope - non serve la partita
Iva, tanto poi lavori in nero».(r.
br.)
Listini delle gondole
illeggibili, La Nuova Venezia 20 4 2013. Gianpaolo Pamio
Trenta
giorni a due gondolieri, tre assolti. La nuova
Venezia 28 3 2013
Gondolieri, pene più
leggere. La Nuova Venezia 27 3 2013
C'è un modo molto semplice per far rispettare le
tariffe: esporle ben in vista a bordo come si faceva una
volta (vedi foto del 1936) e non come ora piegata e
sotto il canon de prova. Poi vorrei sapere quanti
alberi di mele marce ci sono? I ciclisti che si dopano
sono poche mele marce, i calciatori che alterano i
risultati sono poche mele marce, e così i funzionari
disonesti, ecc. Perché non c'è mai un dirigente che
dica: sì questo è un problema grave ed è molto
diffuso(!?)
Nuovo servizio
di "Striscia la notizia" sui gondolieri che non
applicano la tariffa ufficiale:
"Via la licenza ai gondolieri truffatori", La Nuova
Venezia giovedì 14 febbraio 2013
La Nuova Venezia, Carlo Mion 17 luglio 2012
Venezia, resa dei conti tra gondolieri in canale
Sperona in barchino il collega che finisce in acqua, poi
organizza una spedizione punitiva contro il “bancal”
Prima un incidente nautico che si è rivelato essere in
realtà uno speronamento volontario e poi una resa dei
conti scambiata inizialmente per una lite tra turisti.
Episodi che solo ora a quasi una settimana dall’ultimo
si scopre essere collegati. Contrasti violenti che
vedono sugli opposti fronti un gondoliere dello stazio
di Santa Maria del Giglio e uno di quello della Dogana.
Sui due fatti indagano sia polizia che carabinieri e già
c’è stato un provvedimento dell’ente gondola di
sospensione per un breve periodo uno dei due gondolieri.
Di sicuro il motivo di tanto risentimento non è da
ricercare in una questione di concorrenza.
Non è stato ancora chiarito il motivo che ha scatenato
la rivalità tra i due gondolieri. Ma ci sono aspetti che
aprono scenari inquietanti. La storia fin qui
ricostruita inizia venti giorni fa quando in un canale
di lato alla Prefettura poco lontano dallo stazio, di
Santa Maria del Giglio un barchino si scontra con una
gondola. All’inizio viene fatto credere che si sia
trattato di un incidente nautico. Sul barchino c’è un
gondoliere che lavora allo stazio della Dogana. Sulla
gondola con dei turisti invece un suo collega di Santa
Maria del Giglio. In acqua finisce solo quest’ultimo,
mentre con difficoltà la gondola viene fermata in tempo
prima che, priva di controllo, finisca in Canal Grande.
I turisti sono sconvolti.
Ma non si tratta di un incidente nautico. Infatti i
poliziotti del commissariato di San Marco vengono in
possesso di un filmato che mostra come sono andate
veramente le cose. Si vede che il conducente del
barchino sperona volontariamente la gondola e quando il
collega finisce in acqua invece di aiutarlo a risalire
cerca, con un remo, di spingerlo sott’acqua. Questo
video viene acquisito dai poliziotti solo la settimana
scorsa.
Nel frattempo il gondoliere finito in acqua si rivolge
al suo capo stazio e si lamenta del comportamento del
collega. Il capo a sua volta chiede l’intervento
dell’Ente Gondola. Chiede un provvedimento nei confronti
del collega della Dogana. E il provvedimento arriva
anche se rispetto ai fatti, di poco conto. Il gondoliere
del barchino infatti viene sospeso per tre giorni.Invece
di terminare, il contendere si accende ulteriormente.
Infatti, proprio nel giorno in cui i poliziotti si
recano nella zona della Prefettura per acquisire il
video quattro persone, tra cui il gondoliere sospeso,
due suoi colleghi e un pregiudicato mestrino si recano
allo stazio di Santa Maria del Giglio per un
“chiarimento” con il capo che ha “osato” chiedere il
provvedimento disciplinare. Finisce che si mettono le
mani addosso. Da una parte il capo e i suoi figli e
dall’altra il drappello che ha organizzato la
spedizione. Anche in questo caso qualcuno cerca di
sminuire la vicenda e la fa passare come una lite tra
alcuni turisti e dei gondolieri.
È evidente che le ragioni del rancore sono profonde e
che la presenza del noto pregiudicato è inquietante
anche perché non passava di lì per caso. E di sicuro,
spiegano in ambienti investigativi, lui non fa nulla per
niente. Ma non è da escludere poi che ci siano vecchi
legami tra una certa malavita veneziana e mestrina e
vecchi gondolieri che ora hanno i parenti che lavorano
nel settore. Su questi fronti stanno indagando polizia e
carabinieri mentre il gondoliere che ha speronato il
collega, rischia ora di essere indagato per tentato
omicidio. Il video non lascia dubbi sul fatto che abbia
voluto lo scontro. È come se un automobilista investisse
volontariamente un ciclista e poi invece di soccorrerlo
lo prendesse a bastonate.
Il Corriere del Veneto
Trovato il gondoliere che ha imbrogliato una famiglia
russa
Lavora al traghetto del Carbon, aveva preteso 400 euro
per un giro. Ha restituito i soldi, sarà sospeso sette
giorni
Alberto Vitucci La nuova Venezia 26 maggio 2012
Soldi restituiti al cliente, una settimana di
sospensione dall’attività. È la punizione inflitta al
gondoliere che ha preteso per un giro in gondola 400
euro da una famiglia russa. Il «colpevole» è stato
identificato ieri dopo lunghe indagini interne dal
presidente della categoria Aldo Reato. È un giovane di
30 anni del traghetto Carbon, con regolare licenza. «Ha
capito di aver fatto una sciocchezza, ha restituito i
soldi e chiesto scusa», racconta Reato, «adesso si
riunirà il Consiglio di disciplina e non potremo non
infliggergli una punizione esemplare. Queste azioni
gettano discredito sulla categoria e sulla città».
Gondolieri al contrattacco, dunque. Proprio nei giorni
in cui si moltiplicano le denunce e le segnalazioni.
Ieri Striscia la Notizia ha mandato in onda altre accuse
di «prezzi salati» per un giro in gondola. Finti turisti
si sono imbarcati per il tradizionale giro e si sono
visti richiedere prezzi eccessivi, anche 2-300 euro, ben
al di sopra della tariffa di 80 euro per un giro di
mezz’ora prevista dal regolamento comunale. «Vogliamo
che si sappia che intendiamo fare pulizia», dice il
presidente della categoria, «che questi comportamenti
che rappresentano comunque l’eccezione rispetto alla
maggioranza dei colleghi onesti, non saranno più
tollerati». Così in ogni traghetto i «bancali», cioè i
responsabili dello stazio, intensificheranno la
vigilanza e dovranno affiggere le tariffe ben visibili
per evitare abusi. Non è facile, perché la normativa
regionale dispensa ad esempio i gondolieri dall’obbligo
di rilasciare lo scontrino fiscale. Come fare a provare
dunque eventuali prezzi «fuorilegge»?
Il caso dei turisti russi era scoppiato qualche
settimana fa. Visitatori benestanti, che certo non
badano a spese. Erano alloggiati in un grand hotel a San
Marco, erano appena usciti dal ristorante Do Forni.
Quando si sono imbarcati sulla gondola per il
tradizionale giro. «Alla fine sono rimasti molto
contenti, non sono stati loro a protestare ma la loro
guida», racconta il presidente, «forse c’è stato anche
un equivoco sul cambio da rubli a euro». Fatto sta che
dopo la denuncia che ha fatto il giro del mondo i
gondolieri sono corsi ai ripari. E alla fine hanno
identificato il «colpevole».
«Ha ammesso di avere sbagliato, ma la sospensione è
inevitabile», dice ancora Reato. Sanzione che potrebbe
arrivare fino a sette giorni. Danno di immagine ma
soprattutto economico. In alta stagione il gondoliere
può guadagnare con tre o quattro giri centinaia di euro
al giorno. Tenerlo fermo per una settimana significa
anche un mancato introito piuttosto consistente.
Ma è una strada obbligata, dicono i gondolieri, per
mantenere alto il decoro di una categoria famosa in
tutto il mondo. Proprio in questi giorni i gondolieri
sono impegnati in una nuova battaglia contro il moto
ondoso. Situazione di emergenza contro cui chiedono
provvedimenti e nuove regole, ma soprattutto controlli.
«La gondola è un simbolo di Venezia nel mondo«, dice
Reato, «e noi vogliamo che chi viene a Venezia possa
salire in gondola senza paura. Di cadere in acqua per le
onde o di essere truffato da qualche gondoliere poco
onesto. Per questo saremo severissimi«.
Il Corriere del Veneto, 9 maggio 2012
Giro in gondola da 50 minuti a 400 euro
Stangata per coppia di turisti russi
I malcapitati giurano di non voler più tornare in
laguna. Il presidente dei gondolieri «Associazione
pronta a risarcire. Chi ha sbagliato non la passerà
liscia»
VENEZIA-
Un giro in gondola salato tra i canali di
Venezia: una coppia di turisti russi si è vista
chiedere 400 euro per un tour di 50 minuti. Dopo
il salasso i malcapitati, Dimitry e Olga
Kurdyukov, 35enni che risiedono nei pressi di
Mosca, hanno giurato di non voler più mettere
piede in città. «Ce ne andiamo amareggiati -
hanno raccontato ad una loro amica, Elena
Barinova, una connazionale che fa la guida
turistica e che ha raccontato su Facebook
l'episodio - non torneremo più a Venezia».
La tariffa applicata in cittàper
un tour del genere è solitamente di 80 euro per
40 minuti. A dirsi dispiaciuto per l'accaduto,
come riporta il Gazzettino, è soprattutto il
presidente dei gondolieri lagunari, Aldo Reato.
«Cose del genere non devono verificarsi mai -
afferma - l'associazione è pronta a risarcire
questi clienti o a trasportarli gratuitamente se
volessero tornare». Quanto al gondoliere troppo
esoso, per ora ignoto, Reato spiega: «sulle
tariffe siamo intransigenti, se troviamo il
gondoliere che ha sbagliato non la passerà
liscia».«Ovviamente per capire cosa è accaduto
stiamo raccogliendo informazioni - aggiunge -
per questo invito la signora Barinova a
presentarsi all'Ente gondola per darci tutti i
particolari». (Ansa)
"Creste" sui prezzi ai turisti.Strisciafa
un
giro in gondola: 300 euro all'ora
Blitz del Tg satirico, 2 ragazze russe testano 5
imbarcazioni:
tariffe sempre maggiorate rispetto agli 80 euro
pubblicizzati
diRaffaella
Vittadello
VENEZIA - Cinque esperimenti per capire quanto
costa davvero un giro ingondola.
Sistematicamente diversa latariffarealmente
applicata dai gondolieri rispetto a quella
pubblicizzata su Internet nella totalità degli
episodi registrati dal Tg satiricoStriscia
la notizia.
In rete si dice chiaramente che40
minuti di percorso costano 80 euro, a
cui si aggiungono altri 40 euro per ogni periodo
in più di venti minuti. Il caso era esploso
nelle settimane scorse, conun
gondoliere che aveva spillato 400 euro a una
coppia russa per un giro di 50 minuti. I
turisti avevano pagato a denti stretti,
confidando la loro amarezza a una connazionale
residente a Venezia che ha mobilitato
l’ambasciata eil
Gazzettino, scatenando anche il tam tam su
Facebook. Unanime il coro delle voci che
gridavano allo scandalo, dall’associazione di
categoria alla politica.
Il gondoliere incriminato, che dovrebbe lavorare
al ponte del Lovo si è "costituito" all’Ente
Gondola ammettendo il proprio errore e
suscitando l’apprezzamento per il gesto di scusa
anche da parte dell’assessore al Turismo Roberto
Panciera. Nel frattempo una task force diStriscia
la notizia,composta
dadue
ragazze russe accompagnate da un italianoè
calata in laguna per approfondire la vicenda.
Il trio, alle dipendenze dell’inviatoMoreno
Morello, ha testato cinque diversi
stazi senza destare sospetti: la scena si è
ripetuta, sia pure con gradazioni diverse. In
tre casi,per
un giro di mezz’ora(l’ultimo
addirittura di 25 minuti)la
somma richiesta è stata di 100 euro anzichè 80,
ovvero il 25 per cento in più. La quarta volta
la pretesa è arrivata a120
euro per 40 minuti, ma il gondoliere
dopo una veloce trattativa e colto di sorpresa
si è "accontentato" di 100. Anche perché,
evidentemente, sono più numerosi i turisti che
non conoscono le tariffe e non sono in grado di
contrattare il prezzo piuttosto che quelli ben
informati.
Ma è stato nel quinto caso che si è
arrivati al top: per un’ora e 20 si è arrivati a
300 euro, quasi il doppio del dovuto. È
entrato dunque in scena un improbabile
ambasciatore russo che è andato a rimproverare i
gondolieri, invitando i turisti a fotografare i
pope disonesti.
Pare che questi "disguidi" capitino spesso,
nonostante le scuse di Aldo Reato, presidente
dei Bancali, che è stato intervistato dalle
telecamere di Striscia sul ponte della
Costituzione e ha sottolineato che «chi indossa
la divisa di gondoliere ha delle precise
responsabilità nei confronti della categoria e
dell’immagine della città». (ha collaborato Tullio Cardona)