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La
famiglia Bullo "Niere" nel suo cantiere di
Chioggia fra due bragossi in costruzione. Il capostipite
"paron" Giovanni attorniato dai suoi figli: da
destra Lionello "Nello", nonno di Gilberto Penzo, Rosina, Angelo
"Angi", Luigi e Giuseppe "Bepi".
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I due
bragossi (bragozzi) completati e pronti al varo. |
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Un giorno
di festa nel cantiere, per il varo di due enormi bragossi
da
mare; a bordo i pescatori, attorniati da parenti ed amici,
attendono il
momento di scendere in acqua, mentre il pittore nella
burcela sta dando gli ultimi ritocchi alle decorazioni. |
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Quattro
ottobre 1934, ancora un varo, questa volta scendono in
acqua contemporaneamente dieci piccoli bragossi per i
pescatori di Caorle. |
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Preparativi
per il varo del piccolo barchetto S. Teresa. |
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I fratelli
Bullo vicino ad un grande trabacolo (trabaccolo). |
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La motonave
Mia appena varata, trattenuta da una gomena e una catena
passate attraverso gli occhi di cubia, per evitare che la
poppa sbatta sulla sponda opposta del canale di S.
Domenico a Chioggia. |
Dopo 10 o
12 ore di lavoro andavano ad allenarsi con la
yole a
quattro, il percorso "normale" era Chioggia Venezia e
ritorno. Ma fecero anche di meglio come il
raid senza scalo Chioggia Trieste nell'agosto del 1935.
I
fratelli Bullo e il timoniere Fulvio Gandolfo nella Riva
degli Schiavoni a Venezia |