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Vogalonga

 
Vogalonga 2011                           

 

 
Equipaggio: Gilberto Penzo, Valentino Bonechi, Piero Selle, Maurizio Torcellan, Valter De Rossi e Gianfranco Magris. Le foto sono di Annalisa Pastrello
 
 
Il poppiere Gianfranco Magris
Check-up prima della partenza: tutto in ordine... (tranne per il remo dimenticato sul pontile dell'ACTV)
 
L'assessore Maggioni sulla bissona comunale
 
 
 
Vogalonga 2010
 
Giornata ideale: tempo bellissimo, brezza giusta e poca corrente di marea, ecco alcune immagini tratte dal sito ufficiale del Coordinamento  Associazioni Voga alla Veneta dove si possono trovare tutte le foto dei partecipanti.
 
Da Il Gazzettino del 24 maggio 2010
La Vogalonga di ieri, edizione numero 36, ha fatto di nuovo centro, sia per la partecipazione che per il grado di soddisfazione dei vogatori. I numeri raccontano di 1648 barche iscritte e di 5500 persone ai remi. Non è stata ancora quantificata la presenza degli stranieri, davvero numerosi, ma il comitato per la Vogalonga, presieduto da Ermenegildo "Lalo" Rosa Salva, ha stimato in un buon 60 per cento la "calata" a Venezia dei "foresti", esclusi gli italiani. «Vedere felici le persone all'arrivo - hanno detto Lalo ed il figlio Antonio, anch'egli "anima" della manifestazione - ci ripaga di tutta la fatica. È questa la nostra più grande soddisfazione. Ora speriamo nell'intervento degli sponsor per migliorare ancora la Vogalonga». 
      Si attendevano forse più barche, perché solitamente un buon numero di queste vengono iscritte poco prima della partenza. Invece, rispetto agli scorsi anni, pur mantenendo la stessa quota di iscrizioni, sono diminuite le grandi imbarcazioni e sono aumentati i kajak ad uno o due posti. Di certo in crescita la presenza degli stranieri che si allenano e soggiornano a Venezia anche due o tre giorni prima della manifestazione: venerdì e sabato scorsi, fondamenta, rive e canali erano popolati da mute di barche e da frotte di vogatori provenienti da tutto il mondo.
      Il bel tempo e ovunque l'assenza di onde hanno reso questa Vogalonga godibilissima. Al via 5mila remi si sono alzati verso il cielo, mentre all'arrivo lo speaker Paolo Levorato ha menzionato ogni barca ed ogni suo componente, rendendo in tal modo ancora più felice, orgoglioso e partecipe ogni vogatore. Ora l'organizzazione attende le foto scattate dai partecipanti e dal pubblico durante la manifestazione: la migliore verrà utilizzata come poster per l'edizione 2011.
Tullio Cardona
 
Una tipica batela buranela
 
La nuova barca "Olimpica"
 
La nostra barca: da prua Valter de Rossi, Gilberto Penzo, Enrico Modena e Gianfranco Magris
 
 
 
Uno splendido pupparin a due
 
La nostra ricostruzione della gondola settecentesca
 
Da: Il Gazzettino del 25 maggio 2010
«Al rientro delle barche tanti gesti di insofferenza e arroganza dei taxisti»
 
Motoscafisti e Vogalonga: mugugni, parolacce, offese a tutto spiano. Li denuncia Marino Almansi, avvocato, segretario dell'associazione dei Regatanti, timoniere del galeone al Palio, presidente della remiera Cannaregio.
      Anche quest'anno i tassisti hanno dimostrato tutta la loro stizza nel dover rispettare le prescrizioni della capitaneria di porto, tali da impedir loro il passaggio nei tempi e nei luoghi in cui si svolgeva la manifestazione. «La Vogalonga è un segnale contro il moto ondoso - commenta Almansi - purtroppo il suo messaggio resta isolato contro i predoni della laguna, ovvero taxi, lancioni e barche a motore. Ci vorrebbero molte più manifestazioni come questa, almeno per contrastare l'arroganza e gli ignobili atteggiamenti dei tassisti nei confronti delle barche a remi che, domenica, rientravano dopo i 32 chilometri della Vogalonga. Particolarmente segnalo le offese che i vogatori han dovuto subire lungo il Rio Nuovo».
      Anche nei pressi dell'arrivo, alla Salute, guai se un kajak si affacciava nei pressi degli ormeggi dei taxi: veniva subito allontanato in malo modo. I veneziani nemmeno ci provavano, gli italiani abbozzavano, gli stranieri non capivano. «Noi sull'acqua ci lavoriamo, voi vi divertite», è stata la ricorrente affermazione dei tassisti, rivolta a chi si è trovato ad incrociare la loro scia. Un replay di quanto era purtroppo successo anche l’anno scorso.

Vogalonga 2009

E' stata una delle più dure Vogalonga a cui ho partecipato, 4 ore e mezza di voga controvento e controcorrente, quindi non ho fotografie, allego alcune riprese dalla Nuova Venezia e il racconto di Sebastiano Giorgi  che può dare un'idea di ciò che è successo.
 
Segnaliamo agli appassionati che nel sito vogavenezia.com ci sono tutte le foto dei partecipanti alla Vogalonga

 

La Nuova Venezia 1-6-09 Interpress
 
I resti di molte imbarcazioni sfracellate contro le fondamenta delle case di Cannaregio prima ancora di iniziare la Vogalonga

 


 

Il Gazzettino, Lunedì 1 Giugno 2009
Venezia
      Il maltempo irrompe sulla Vogalonga. Folate di vento quasi invernale hanno creato scompiglio sulla tradizionale e seguitissima manifestazione veneziana, che ha registrato oltre seimila iscritti. Una cinquantina i partecipanti presi di contropiede dalle raffiche: sono finiti in acqua dopo che le imbarcazioni sulle quale si trovavano i partecipanti si sono rovesciate. Complessivamente sono stati 31 gli incidenti che hanno coinvolto kajak e iole, ma anche imbarcazioni più pesanti come due dragon boat.
      Per fortuna nulla di grave, tutti gli uomini finiti in mare sono stati subito recuperati delle squadre di volontari e dalle pattuglie degli agenti della municipale, della protezione civile, della polizia e della guardia di finanza, che hanno provveduto ai primi soccorsi e trasferito al pronto soccorso chi aveva bisogno di ulteriori cure. Nessuno ha riportato tuttavia conseguenze serie. Le ferite maggiori le ha subite Gianno Colombo che è stato letteralmente buttato fuori dalla dodesona della Bucintoro e si è rotto una costola. Per dare conforto ai concorrenti provati dal maltempo e dal vento la Protezione civile comunale ha anche attrezzato nell'androne dell'ospedale civile di Venezia un punto di primo ristoro dove sono state distribuite bevande calde e un'ottantina di coperte.
 

La Nuova Venezia 1-6-09

La mia domenica da leoni sui remi della Dodesona

IL RACCONTO

«Siamo finiti contro una brìcola»

di Sebastiano Giorgi 

Vogalonga eroica! E'una notte inquieta quella che prelude la 35esima edizione della Vogalonga, le previsioni unanimi non danno scampo: sarà piog­gia. Ma quando verso le 6.20 dal letto sento fischiare le raffiche di vento capisco che sarà peggio del previsto. Alla Bucintoro ci aspetta la mitica Dodesona forse la barca più antica del­le 1.600 al via, sicuramente una delle più prestigiose. Non sve­glio neanche Matilde perché im­maginarla seduta in polacchetta sferzata per ore dal vento non mi sembra un'esperienza piacevole. Ma lei si alza lo stesso è la sua prima Vogalonga e non vuoi sentir ragioni. Alla Bucintoro è una frenesia di barche e vogatori, soci e stranieri. Si sente un vociane da un megafono è il pluriolimpionico Daniele Scarpa che porta in acqua l'equipaggio di canoa polinesiana. Ecco la Dodesona, con in poppa Francesco De Gregori, il noto «bicicletta» della Regata delle Befane, e in sentina l'esper­to Gianni Colombo, che però ha lo sguardo cupo, sapremo dopo che salendo in barca è caduto rompendosi una costola. A ter­ra tra vogatori ci si fa corag­gio: sarà una Vogalonga da leoni. L'acqua è marrone, marea contraria e tramontana sul viso. Boom! Si parte! In barca c'è silenzio, siamo concentrati sui remi e sul primo passaggio peri­coloso intorno Sant'Elena. E' quasi un braccio di mare con onde e vento teso che spinge sui fianchi delle barche. Davanti la Certosa si rovescia improvvisa­mente un canoino che miracolosamente non viene investito da un sandalo. Piccola tregua fino a Sant'Erasmo dove però costeg­giando l'isola si viene investiti da fredde raffiche di vento. Il rischio di scontro è altissimo, all'altezza della fermata Actv un canoino vogato da una giovane ragazza viene toccato a poppa da una jole, la piccola barca fi­nisce di traverso ed un dragon boat gli sale sopra. Avanziamo ma il lavoro delle poppe (chi voga nei numeri pari oltre al poppiere), è veramente improbo per evitare collisioni. Tra Sant'Erasmo e Burano la marea è contraria, il vento di traverso, la condizione in assoluto peggiore. Qualche barca avvolge la bandiera per far meno resistenza al vento. A Burano il vento passa dal traverso in poppa, la vogata si alleggerisce ma con­trollare la barca diventa un'impresa.

Canale di Mazzorbo: cerchia­mo di entrare al centro ma il vento ci spinge sulle bricole. Il poppiere urla: «su le prove». Ma non c'è nulla da fare il fianco della Dodesona fa vela e finiamo addosso ad una dama. L'urto è forte, siamo scossi, qualcuno cade in barca. Non si fa tempo a recuperare, c'è un'altra bricola e stavolta il colpo fa danni, si rompe un pezzo di falca, Colombo cade in barca ed il poppiere vola in acqua. Lo issia­mo subito e in qualche modo ci fermiamo a riva. Colombo non può continuare è ricaduto sulla costala fratturata al mattino, il dolore è insopportabile, si chia­ma l'ambulanza. De Gregori invece si cambia da capo a piedi con abiti di fortuna e stoicamen­te riprende il governo della Dodesona. Con un vogatore in me­no surfiamo tra onde e vento fi­no a Murano, incrociando altre barche rovesciate, e poi via fino a San Giobbe affiancando spes­so l'ottima caorlina femminile della Remiera Cannaregio. Siamo in Canai Grande! Ci si può rilassare. Scherziamo su que­sta giornata da capitani coraggiosi con altri equipaggi ungheresi, austriaci, tedeschi, inglesi. Mai l'arrivo della Vogalonga è stato così agognato.

 

 

 

 

 

 

: penzo.gilberto