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Il rilievo
tridimensionale del Marin Faliero
Fin da un primo esame,
effettuato dopo il recupero del Marin Faliero, si è
constatato, purtroppo, che lo scafo a causa della lunga
permanenza sott’acqua, non aveva più le caratteristiche
di integrità e robustezza per una sua ripresa della
navigazione. Riportarlo in sicurezza alle severe
condizioni richieste ad un bastimento a vela, avrebbe
comportato più che un restauro la sostituzione quasi
totale delle sue parti, ottenendo in conclusione un
falso storico per di più con una spesa superiore alla
ricostruzione ex-novo di una replica filologica.
Per questo motivo si è
optato per una diversa soluzione, a mio parere molto
più corretta, la sua musealizzazione e il suo restauro
conservativo ai solo ai fini espositivi, mantenendo
quindi la maggior parte della struttura originale.
La soluzione trovata di
comune accordo con il Prof. Fozzati di Nausicaa è stata
di ricoverarlo nel nascente Museo Archeologico di Caorle,
dove sarà posizionato, protetto da una tensostruttura,
nel piazzale antistante agli edifici, ben visibile anche
dalla strada di accesso.
Prima di spostarlo però,
nella previsione di ovvie deformazioni dovute
all’imbracatura e al percorso da effettuare, si è deciso
di rilevarlo accuratamente con le più moderne
tecnologie, in modo da ottenere il suo calco virtuale in
3D da utilizzare come documentazione dello status quo e
per programmare scientificamente l’alloggiamento e il
successivo restauro.
Va inoltre sottolineato
che questo rilievo riveste notevole importanza ai fini
dello studio e della documentazione dell’architettura
navale, perché i piani di costruzione già esistenti
frutto del rilievo diretto (e accurato) sono molto
pochi, la maggior parte sono poco affidabili o
addirittura fantasiosi.
Il rilievo è stato effettuato con apparecchiatura laser
RIEGL LMS-Z420i. che
permette una accuratezza elevatissima fin nei minimi
dettagli delle strutture. Sono state effettuate 9
scansioni da diverse angolazioni, con un dettaglio di
circa 4 punti per centimetro quadrato pari a circa
5.000.000 di punti per ogni vista.
L’equipe era composta
dagli ingegneri
Franco Slomp e Alfredo J. Gaspari, da Pierluigi
Ricciotti dell’Associazione
Vele al terzo Rimini, che ha sponsorizzato il
lavoro, e da chi scrive, il lavoro si è
protratto per tutta la giornata con notevoli difficoltà
per la complessità del manufatto e per le precarie
condizioni di sicurezza dovute alla fragilità della
struttura.
Guarda i video
Il risultato di cui diamo
alcune anteprime è ora nella fase di elaborazione e
studio, che richiederà molto impegno sia per la gestione
della grande quantità di informazioni acquisite che per
la complessità del lavoro di correzione delle
deformazioni e restituzione della forma originaria dello
scafo.
Gilberto Penzo 29 2 2008 |