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Montascale |
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Finalmente anche il Comune ha
ratificato quello che tutti avevano sotto gli occhi fino
dalla prima installazione: i montascale non funzionano.
In tutti questi anni ho visto una sola volta uno di
queste apparecchiature all'opera, e sono rimasto colpito
dalla farraginosità del suo funzionamento. Bisogna
intanto procurarsi le chiavi (in che ufficio comunale si
trovano? Bisogna restituirle?), poi si deve mettere in
funzione la prima pedana (sperando che funzioni...)
salire lentissimamente fino al centro del ponte,
richiudere la pedana riaprire l'altra, (sperando che
funzioni...) ridiscendere richiudere il tutto. Ci
vogliono minimo una ventina di minuti per superare uno
dei 350 ponti di Venezia, infatti il problema si
ripropone subito dopo pochi metri. Mi chiedo quanto sono
costati alla collettività decine di queste
apparecchiature?
Però nelle statistiche
figurerà che Venezia ha speso moltissimi soldi per opere
destinate all'abbattimento delle barriere
architettoniche, che abbiano funzionato o meno non ci
riguarda.
In una città d'acqua
invece la soluzione alternativa esiste: costituire una
piccola flotta di minitaxi dotati di pedana mobile
sempre a disposizione da chiamata telefonica. Si
potrebbe costituire ad hoc una cooperativa di giovani
che trasporterebbero non solo gli andicappati in
carrozzella ma tutte le persone con difficoltà motorie
alla destinazione richiesta. |
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Il caregon di Enzo
Cucciniello
Dal Gazzettino del 3 febbraio 2009
C’è voluto un anno bell’e buono, ma alla
fine il "caregòn" sarà demolito. Ma questa volta non si
è trattato di lungaggini, e tantomeno di sperperi. Di
mezzo c’è solo il "tentativo" - poi fallito - di vedere
se il dispositivo mobile per l’attraversamento degli
spazi acquei, realizzato a Venezia lungo Rio Malaga, in
prossimità dell’Ospedale Giustinian potesse funzionare o
meno. E i risultati non si sono fatti attendere: al di
là della bontà del progetto sperimentale redatto
dall’architetto Enzo Cucciniello, dopo 365 giorni di
"prova d’appello", il giudizio sulla funzionalità e
soprattutto sui costi dell’apparecchiatura hanno portato
Ca’ Farsetti a dichiarare conclusa questa operazione.
Come dire si è sperato fino all’ultimo, anche
considerato il denaro che è stato speso, di mantenere la
struttura, ma non è restato altro che alzare bandiera
bianca.
Un destino che, peraltro, era già stato segnato
nell’aprile dell’anno scorso quando, soprattutto per i
costi lievitati paurosamente e anche lo scarso uso
dell’apparecchiatura, soggetto a periodici vandalismi,
il Comune aveva già deciso di procedere all’eliminazione
del "caregòn" vicino all’ospedale Giustinian, per
installare un servoscala più funzionale e meno oneroso.
A questa decisione aveva fatto seguito una richiesta di
valutare un altro anno di prova da parte della Regione
che aveva realizzato il "caregòn" con fondi regionali
nel 2005. E così è stato fino ad adesso, ma ora - come
si suol dire - il destino dell’opera appare segnato. Tra
marzo e aprile il “caregon” verrà quindi smantellato.
«La decisione è stata presa dalla Giunta regionale
dopo un confronto con il Comune di Venezia. Si è
trattato di un esperimento interessante - spiega Franco
Gazzarri, responsabile dell’Ufficio comunale
eliminazione barriere architettoniche – purtroppo poco
funzionale al contesto veneziano. Oltre ad aver bisogno
di un operatore specializzato per il funzionamento, la
piattaforma, che scorre orizzontalmente lungo un binario
posto sul fondo del canale, aveva costi di manutenzione
e gestione piuttosto elevati”. Al suo posto, per
continuare a garantire l’accessibilità dell’area, sul
ponte di Ognissanti sarà collocata una rampa che, in
attesa del progetto definitivo, sarà sostituita da una
struttura provvisoria in tubo e tavolati di legno. Per
maggiori informazioni si può contattare l’Ufficio
eliminazione barriere archietettoniche allo 041-2748599.
P.N.D. |
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Non entro nel merito
della bellezza del manufatto (anche quella però
importante specie in una città come Venezia), ma non
riesco a capire come si possa progettare una struttura
mobile scorrente sul fondo limaccioso di un canale
veneziano, senza mettere in conto una serie di problemi
di corrosione e di intoppi fisici, e di conseguenti
costi di manutenzione.
Non solo, ma si tenga
presente che era anche necessaria la presenza di un
operatore che stava tutto il giorno ad attendere la
persona da traghettare! Non l'ho mai visto funzionare,
ma immagino che per mettere in moto il meccanismo,
azionando i semafori per bloccare il traffico acqueo,
aprire i cancelli, spostare la piattaforma da un lato
all'altro del canale, per poi riportarla in posizione di
riposo richiudendo i cancelli, necessitasse un certo
lasso di tempo.
Che dire? Certo che con
minor spesa si poteva pagare degli incaricati che - a
chiamata - portassero direttamente le persone da un lato
all'altro del ponte.
Capisco i problemi dei
"non deambulanti" o dei "diversamente abili" ma non
credo che una città con 350 ponti si possano risolvere i
loro problemi con questo meccanismo o con i famosi
montascale.
GP
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Ecco con cosa è stato sostituito il
caregon ... |
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