Tener viva la tradizione e la cultura degli antichi
mestieri. E' questo l'obiettivo di Saverio Pastor e della
sua associazione «El Felze», che raccoglie rappresentanti
delle antiche arti veneziani dell'acqua. Remèri e barcaroli,
squerarioli, carpentieri, calafati, fabbri e ciodaròli. Una
piccola summa del sapere veneziano che ha reso la
Serenissima regina dell'Adriatico. Mestieri in parte sciolti
da Napoleone, poi recuperati. Un ruolo importante in
quest'opera di valorizzazione ha avuto Marco Paolini, che
quest'estate ha affiancato ai suoi spettacoli nei campi
anche incontri con gli artigiani veneziani «sopravvissuti».
Adesso si avvia a conclusione la rassegna «Storie sotto il
felze», organizzata da Pastor in collaborazione con Comune,
Provincia, Regione, Apt. Mercoledì 19 ottobre l'ultimo
incontro al Caffè Florian di piazza San Marco su «Ciodi e
Ciodaròi», con gli artigiani veneziani del ferro Ermanno e
Alessandro Ervas e Fausta De Feo, del comitato scientifico
del Museo di Zoldo. Pastor, tra gli ultimi creatori di remi
e forcole, traccia un bilancio positivo della rassegna.
«Abbiamo riscontrato entusiasmo e buon afflusso di
pubblico», dice. Tra gli ultimi incontri quelli con il
modellista Gilberto Penzo e Luca Mizzan, direttore del museo
di Storia naturale, gli aneddoti di Alberto Toso Fei sulla
gondola e i gondolieri, la lettura di poesie «Parole per
l'Italia» a bordo del Nuovo Trionfo, ultimo trabaccolo
restaurato da Alfredo Zambon e la sua Comnpagnia della
Marineria. E infine la società di mutuo soccorso tra
carpentieri e Calafati di Castello presieduta da Cesare
Peris. (a.v.)
Il
Direttore del Museo di Storia Naturale Luca Mizzan illustra
le nuove sale del museo
Alcuni dei modelli esposti per
la prima volta dopo il nostro restauro.
Saverio Pastor dell'Associazione
El felze presenta la conferenza
Gilberto Penzo, Luca Mizzan e
Saverio Pastor
Le preziose schede di Angelo
Marella che ritraggono i disegni delle vele dei pescatori.
Museo di
Storia Naturale di Venezia. Conferenza: La collezione
ottocentesca di Ninni e Marella di attrezzi e imbarcazioni
da pesca.
Comunicato stampa: STORIE SOTTO EL FELZE 2011, IX
edizione
Siamo prossimi all’avvio degli incontri con la cittadinanza
organizzati da e con El Felze, giunti alla nona edizione.
Quest’anno spiccano anche le nostre collaborazioni con altre
realtà importanti che hanno organizzato eventi di richiamo
nazionale: Marco Paolini con il suo staff nello squero
Tramontin, Veneto Agricoltura in Cansiglio e Coop Adriatica
sul ponte de Il Nuovo Trionfo.
I nostri temi investigano aspetti legati, in qualche modo,
ai mestieri della cantieristica tradizionale.
A Villa Widmann a Mira, il giorno della festa di Riviera
Fiorita (11 settembre), gli artigiani dell’associazione
mostreranno il loro lavoro e i loro prodotti davanti al
pubblico nell’ottima ambientazione storica.
Siamo riusciti ad impostare una proficua collaborazione con
il Museo di Storia Naturale che permetterà al nostro
pubblico di vedere il 15 settembre, con buon margine
d’anticipo sui programmi realistici di apertura ufficiale,
pezzi della Collezione Ninni-Marella sulle imbarcazioni
lagunari e sulla pesca tradizionale ottocentesche,
presentati da chi da tempo si occupa del loro restauro
(l’esperto di marineria e modellista Gilberto Penzo) e della
cura del Museo (il biologo marino Luca Mizzan).
Un particolare incontro tra i giovani e l’autore si svolgerà
nel luogo più antico di Venezia (San Giacometto il 22
settembre) dove lo scrittore veneziano Alberto Toso Fei
racconterà storie e leggende legate a Rialto, a gondole e
gondolieri.
Il 7 ottobre saremo ospiti della Società di Mutuo Soccorso
tra Carpentieri e Calafati, evoluzione diretta e quindi
storica della corporazione dei calafati. Con lo storico
Marco Zanetto e il Presidente Cesare Peris capiremo
l’importanza storica e la vitalità contemporanea di questo
solidale sodalizio.
A San Marco (Caffè Florian il 19 ottobre) finiremo con
un’anteprima del nostro prossimo impegno editoriale
sull’arte metallurgica con un’investigazione sulla
realizzazione storica e sull’utilizzo dei chiodi; ne
parleremo con un componente del Comitato scientifico del
Museo del Chiodo di Zoldo e con i nostri fabbri Ermanno ed
Alessandro Ervas.
Anche quest’anno i luoghi, per lo più non sempre
accessibili, degli incontri saranno topici della cultura e
della storia veneziana a partire dallo squero Tramontin,
passando per campo San Giacometto, per il nuovo Museo di
Storia Naturale, la sede del SMSCC a Castello e per il
tradizionale Caffè Florian, arrivando in terraferma a Villa
Widmann di Mira, ospiti dell’APT.
Grazie per la partecipazione e diffusione, Saverio Pastor
per El felze. Cell.: 329 0903528.
Colloquio con Marco Paolini e
gli artigiani che costruiscono le gondole. 25 8 2011
Da sinistra Polo Brandolisio,
Saverio Pastor, Marco Paolini, Piero Meneghini e Roberto
Tramontin
Il Gazzettino Giovedì 25 Agosto 2011,
«Lo vuoi un bell’avvitatore elettrico?» «No grazie».
«Sicuro?» «Sì».
Alla fine Marco Paolini ha dovuto arrendersi
visto che Roberto Tramontin non ne vuole proprio
sapere di macchinari, per lui parla la tradizione di
una famiglia che da sempre è sinonimo di gondola. Ma
l’attore, al centro dello squero Tramontin, ha in
più riprese insistito su un tema davvero intrigante,
rappresentato dalla tradizione degli squeri
veneziani in tempi digitali. «Le tecnologie - ha
detto l’attore - evolvono così rapidamente che i
giovani arrivano sempre con il contesto nuovo».
Tramontin, forte di centinaia di gondole
realizzate, ha spiegato che per lui resta
fondamentale la "mezza ordinata" dalla quale prende
il via il suo duro lavoro. «Quando ho iniziato - ha
spiegato davanti ad un Paolini incantato - per prima
cosa mi hanno messo a pulire per terra. Solo dopo ho
preso in mano l’ascia (il cui manico dipende
dall’altezza di chi la usa), la pialla e la sega».
«Ma come definiresti la gondola?» ha chiesto
Paolini davanti ad una platea molto numerosa
soprattutto se si tiene conto del caldo di ieri
pomeriggio. La domanda non è banale visto che lo
stesso Paolini in più occasioni, seguendo la
descrizione della costruzione della storica
imbarcazione, aveva notato che si tratta di un’opera
dove "non c’è proprio nulla di dritto". «Be’, quando
inizio a lavorare - ha detto divertito Tramontin - è
come se mi trovassi davanti ad una donna: non sai
mai come va a finire». Talento, sacrifici, ma anche
una buona dose di carattere, tutti ingredienti che
servono per poter sopravvivere in un mercato in cui
la presenza delle macchine è in aumento.
«Ci vuole passione - ha spiegato Tramontin -
un tipo dopo appena un anno di lavoro mi ha chiesto
duemila euro al mese, neanche fosse John Wayne.
Ovviamente non è più qui». Poi l’aspetto storico.
«Le gondole sono nere dal 1562, non c’entra il lutto
della peste che è successivo e poi il colore sarebbe
il rosso. La gondola più vecchia è in Virginia
(1848) quella di Venezia è a Santo Stefano (1890).
Ci sono 300 tipi di mogano, 400 di rovere, mentre
sulla pedana si usa il larice. Alla fine una gondola
costa 36mila euro».
Con Paolini e Tramontin ci sono anche due
giovani, Silvia Scaramuzza e Enrico Sandon,
impegnati in un settore dove, una volta, si potevano
passare anche 8 anni sempre ad arrotondare i remi.
Saranno quelli come loro, nei prossimi anni, a dover
tenere alta una tradizione che, a Venezia, è
identità ma anche, per certi versi, un’opportunità
unica.
Mercoledì 19
ottobre, alle ore 18, presso il Caffè Florian, si è tenuta
una interessante conferenza sul tema: Ciodi e ciodaròt,
sulle tipologie e sulla
costruzione dei chiodi tenuta dai fravi Ermanno e
Alessandro Ervas
Da sinistra
Fabio Santin, componente del Comitato scientifico del Museo
del Chiodo di Zoldo,Ermanno Ervas, Alessandro Ervas. Tutte
le foto sono di Alessandro Tagliapietra.
Il numeroso pubblico nella sala
del caffè Florian
Una campionatura di chiodi fatti
a mano dagli Ervas
Foie da ferri da
gondola e broche da scarponi
Catalogo del Museo del ferro e del chiodo
di Forno di Zoldo