Abbiamo perso un altro amico, è morto
Silvano Voltolina, uno dei pochissimi appassionati di
cultura marinaresca adriatica, che godeva della mia
stima incondizionata.
Come
Paolo Bonaldo, con il quale condivideva la sua
passione nautica, un male incurabile gli ha impedito di
godere gli anni di meritato riposo dopo una vita di
lavoro, trascorsa come motorista nella sala macchine dei
mezzi dell’ACNIL, poi ACTV.
Appassionato velista, abilissimo
artigiano, colto collezionista di libri, cimeli e foto
di barche e di Chioggia, era sempre disponibile a
fornire informazioni attinte dal suo notevole archivio.
Il suo grande rammarico è stato di
non riuscire a sensibilizzare Chioggia affinché fossero
salvate le ultime imbarcazioni storiche, come si fa
normalmente in tutti i paesi civili.
Avrebbe anche voluto che il Museo
Civico, faticosamente giunto a compimento dopo decenni
di gestazione, fosse interamente dedicato alla storia
navale di Chioggia e costituisse il punto di riferimento
“vivo” per gli appassionati, con una sezione
galleggiante dove accogliere gli ultimi scafi
sopravissuti.
Soprattutto, da meccanico di
precisione, gli dava fastidio l’approssimazione, la
superficialità, la pacchianeria con la quale sono
restaurate e ricostruite le vecchie barche. Anche le
parole erano importanti e mi bacchettava, giustamente,
quando usavo i termini sbagliati: motonave
anziché piroscafo, trainare al posto del
più corretto rimorchiare.
Così ci si ritrovava, sempre gli
stessi e sempre meno, come dei carbonari, a vagare per
la laguna e i fiumi in cerca di relitti, e a guardare le
foto d’epoca dove ogni volta si scoprivano nuovi
dettagli prima passati inosservati, a visitare musei
polverosi dove annoiati custodi ci guardavano con
sospetto, incapaci di comprendere la nostra sconfinata
attrazione per il mondo nautico.
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